Le offese a Cristiano Biraghi non sono passate di certo inosservate col calciatore della Fiorentina che ha voluto chiarire la sua situazione, spiegando come non abbia voluto denunciare gli autori di queste minacce di morte alla polizia postale, spiegando come il suo non fosse uno sfogo da calciatore ma da uomo e che non voleva alimentare una questione in cui non si sarebbe voluto mai trovare. Il tutto è arrivato su un post di Instagram dove Biraghi aveva chiesto perdono, sportivo ovviamente, ai tifosi per la prestazione al di sotto delle aspettative contro il Chievo Verona. Su Instagram il calciatore ha scritto: “Mi dispiace e chiedo scusa per gli errori che ho commesso e che hanno penalizzato la squadra. Premettendo che le critiche a livello sportivo sono motivo di crescita, volevo ricordare a quei fenomeni da tastiera che mi insultano come uomo che non conoscendomi come persona è bene che si tappino la bocca e pensino per primi loro stessi a diventarlo”, clicca qui per il post e i commenti dei follower.
BIRAGHI INSULTATO
Il calcio ai tempi dei social potrebbe essere davvero molto migliore di quello che stiamo vivendo, offrendo la possibilità a tutti di poter confrontarsi con i propri eroi sulle numerose piattaforme messe a disposizione da Twitter a Instagram passando per Facebook e Snapchat. La lista è lunga così come quella in cui i tifosi invece di condividere gioie ed emozioni con i calciatori li offendono e a volte anche minacciano. L’ultimo finito nella morsa del pubblico è Cristiano Biraghi, terzino della Fiorentina. In seguito al ko della viola contro il Chievo Verona, come ha raccontato il calciatore, alcuni hanno addirittura sottolineato di aver visto la sua famiglia a Verona augurandogli di morire nel viaggio di ritorno a Firenze e questo solo perché il ragazzo aveva causato una sconfitta al fantacalcio con la sua prestazione insufficiente. Una situazione in cui sicuramente si è superato un limite che non può essere di certo accettato perché non c’entrano niente in questo caso gli stipendi importantissimi che guadagnano i calciatori. Il tifoso si sente sempre più libero di dire la sua, ma a tutto c’è un limite.