Sarà un’edizione stellare, quella del Tour de France 2018, almeno stando al percorso disegnato dagli organizzatori della Grande Boucle. Tre settimane ad alto contenuto adrenalinico, con tanta salita, e in generale tantissimo terreno per attaccare. Si comincia il prossimo 7 luglio con una frazione in linea da Noirmoutier – Fontenay-le-Comte (195 km), adatta ai velocisti. Le ruote veloci concederanno il bis anche nella seconda frazione da Mouilleron-Saint-Germain a La Roche-sur-Yon, ma per vedere in azione gli uomini di classifica non bisognerà attendere l’inizio della seconda settimana come avveniva fino a qualche anno fa. Già la cronometro a squadre della terza tappa, la Cholet-Cholet da 35 km, sarà l’occasione per le formazioni più solide per infliggere i primi pesanti distacchi agli scalatori. E proprio questa categoria di corridori, storicamente penalizzata nella corsa a tappe ciclistica più importante al mondo, avrà modo di rifarsi con tutta calma nell’arco delle tre settimane. La prima occasione utile si presenterà con l’arrivo in salita a Mar du Bretagne (pendenza media del 10%) alla sesta tappa.
IL PAV DELLA ROUBAIX E TANTA SALITA
La seconda settimana del Tour de France 2018, dopo una serie di arrivi per velocisti, vivrà uno dei suoi appuntamenti più esaltanti 15 luglio: nel giorno della finale dei Mondiali di calcio, infatti, la carovana percorrerà le strade della Roubaix compreso un tratto di pavè di 22 km che alla Grande Boucle, in questi termini di lunghezza, mancava dagli anni ’80. Non si arriverà al Velodromo, ma una tappa del genere non potrà che esaltare il pubblico del ciclismo. Si riparte dalla 10ima tappa, dopo il giorno di riposo ad Annecy, affrontando la strada sterrata del Plateau de Glieres e della Colombiere. Ma saranno soprattutto le due tappe immediatamente successive a non concedere respiro ai corridori: prima l’arrivo a La Rosiere dopo 108 km di continui saliscendi poi, alla dodicesima tappa, l’arrivo sulla mitica Alpe d’Huez dopo aver affrontato la Madeleine e il Col de la Croix de Fer. Se pensate che possa bastare vi sbagliate: alla 16esima tappa si arriva ufficialmente sui Pirenei, con il Col du Portillon da scalare dopo circa 200 km, seguito da un arrivo in discesa. La 17esima tappa costituisce un unicum nella storia delle grandi corse a tappe: 65 km, ma di sola salita (e qualche discesa), si tratta della Bagnères-de-Luchon – Saint-Lary-Soulan (Col de Portet), una frazione fantastica con Peyresourde e Col de Val Louron-Azet a tentare di piegare la resistenza dei corridori. Ultimo appuntamento per far saltare il banco con Tourmalet e Aubisque in rapida successione. Si chiude, prima dell’arrivo ai Campi Elisi, con una prova contro il tempo di 31 km: ma anche qui si sale, eccome. Scalatori al Tour de France 2018: non resta che dire, ora o mai più.