La vicenda che sta ruotando intorno ai tifosi della S.S. Lazio è di quelle che fanno molto rumore e che indignano l’opinione pubblica. Gli adesivi volgari e antisemiti che sono stati ritrovati sulla vetrata della Curva Sud sono stati un gesto sciocco e irresponsabile, a cui adesso si dovrà porre riparo. Dopo la levata di scudi generale adesso è il momento di fare qualcosa di positivo e di propositivo, di dare un messaggio forte che la Lazio e Roma in generale non sono contro la comunità ebraica, anzi. Proprio per questo motivo è stato deciso che nel turno di campionato infrasettimanale, in occasione dell’inizio delle partite di Serie A, B e Lega Pro si osserverà un minuto di silenzio per ricordare le vittime della Shoah. Un gesto simbolico, chiaramente, che però servirà a dare un segnale all’intera comunità ebraica. Come si legge in una nota ufficiale diramata dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio tutto ciò verrà fatto ‘per condannare in maniera decisa i recenti casi di antisemitismo e per tramandare il ricordo della Shoah stessa affinché il contesto sportivo possa trasmettere i giusti valori e formare le altrui coscienze.’
LETTO ANCHE IL BRANO DEL DIARIO
L’iniziativa del minuto di silenzio è oramai rinomata e famosa, una sorta di ‘classico’ del calcio. Viene fatta solitamente per momenti di grave lutto come terremoti, fatti di cronaca particolarmente gravi oppure per la morte di qualche personalità rilevante. Verrà svolto anche nel turno di campionato per contrastare l’antisemitismo presente nelle tifoserie di tutta Italia e non solo in quella della Lazio, protagonista di quest’ultimo fatto di cronaca ma non per questo capro espiatorio o agnello sacrificale di turno. Oltre a questo gesto significativo, su tutti i campi di calcio si leggerà anche un brano tratto dal diario di Anna Frank. Prima dell’inizio del match, infatti, l’arbitro si metterà alcentro del campo e reciterà questo passo: ‘Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte lavvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno lordine, la pace e la serenità.’
L’INDIGNAZIONE GENERALE
Come era più che preventivabile, l’opinione pubblica si è levata contro questo gesto in maniera forte e decisa, condannando alcuni ultras della Lazio. Il primo a dispiacersi di un fatto grossolano e inadeguato è stato il Presidente Claudio Lotito che ha subito preso le distanze da un gesto che non rappresenta la tifoseria ma solo una sparuta e degradata parte. Lotito, che da sempre è stato inviso ai sostenitori biancocelesti per il suo approccio freddo e distaccato alla squadra, ha invece difeso a spada tratta la tifoseria, cercando di far comprendere di non fare di tutta l’erba un fascio. Cosa assai difficile in un contesto di tiro al bersaglio come questo. Il primo a levarsi è stato il politico Nicola Zingaretti che sulle pagine di Dire.it ha detto: ‘Quello che sta accadendo alla figura di Anna Frank non può provocare che indignazione.’ Lo stesso Presidente della Repubblica Mattarella lo ha definito chiaramente ‘un atto disumano’, rendendo esplicita il suo dispiacere. Tutto vero, tutto giusto. Ma una cosa c’è da chiedersi: lo stesso focus e la medesima attenzione mediatica avviene anche per le altre tifoserie?