Ore 6.45, Milano, Stazione Centrale. Mi si si affianca un’auto Uber e scendono tre giovanotti, uno è Antonio Candreva, che, nonostante l’ora, si concede a una foto insieme all’autista. Sorride, come se ieri sera avesse vinto: certo il suo compito l’ha fatto fino in fondo, non ha nulla di cui rimproverarsi. Ma la nostra nazionale è fuori dal mondo, in tutti i sensi, quello calcistico, perché solo nel 1958 non siamo entrati nella fase finale della coppa, allora, Rimet. E poi siamo fuori dal raziocinio e dalla logica. vero che il calcio è come la vita: non sai mai dove la palla ti può capitare, ma è anche vero che le ultime partite della squadra non hanno per nulla convinto, anzi, hanno solo deluso.
Se ci avessero dato il rigore all’andata, se lo sfortunato autogol non fosse entrato in rete, se, se, se…. Zidane non avesse dato la testata a Materazzi, se. Con i se non si fa la storia. L’impegno c’è stato, l’affetto dei tifosi pure, ma è mancata la squadra nella sua totalità, è mancato l’allenatore. sVentura le ha cercate tutte, ma ha avuto in questi mesi le idee confuse. Ha cambiato moduli e moduli, ma gioco e goals pochi. Eloquente il labiale di De Rossi invitato a riscaldarsi: Non dobbiamo pareggiare, dobbiamo vincere, fate entrare Insigne.
Contro non avevamo dei fenomeni, avevamo degli armadi Ikea che sulle palle alte non ne lasciavano una, mentre Candreva e Darmian crossavano continuamente in cielo. Barzagli e Bonucci, idem, invece dal centrocampo. Ergo, poco gioco costruito e molto assalto allarma bianca contro un muro stile Territori palestinesi.
Quando abbiam tenuto la palla bassa qualche occasione si è concretizzata. Ma la sVenturata Italia non gioca con il tiki taka, non siamo il Barca, ma soprattutto non abbiamo giocatori che fanno la differenza. Non c’è un Pirlo che costruisce, un Del Piero che finalizza, un Totti che scompiglia, un Baggio che fulmina le difese. Domanda: se anche ci fossimo qualificati, che futuro avremmo avuto con questa squadra? Sicuramente scarso.
sVentura ha avuto poche idee e confuse e i suoi moduli non sono stati interiorizzati dai ragazzi. E adesso verrà tirata in ballo la Federazione con un presidente alquanto bizzarro che dovrebbe dimettersi insieme a sVentura.
I club, i procuratori e il business la fanno da padroni nel calcio. più importante assoldare giovani giocatori stranieri che, se al primo anno giocano benino, possono diventare un investimento per il club e per i procuratori, che spesso tirano bidoni inverosimili. I calciatori hanno ormai prezzi e clausole rescissorie spropositate, nonché i loro stipendi e in questo girone dantesco ci sono i diritti tv che servono per riequilibrare i conti delle squadre. Diritti che ormai sono alle stelle. Prima o poi il calcio andrà in default.