Beppe Bonetto ci ha lasciato e sicuramente il suo addio ha creato all’improvviso un grande vuoto nel mondo del calcio. Questo grandissimo dirigente ha regalato l’ultimo scudetto vinto nella sua storia dal Torino, in un calcio romantico ormai dimenticato. Il Toro ovviamente ha voluto ricordare questo splendido personaggio e sui social network ha scritto: “Il cordoglio per Beppe Bonetto, storico dirigente del Torino, artefice dell’ultimo scudetto granata e decano dei procuratori sportivi”, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. In una lunga lettera sul sito ufficiale del Torino poi la società ha voluto ricordare come la sua figura resterà ”scolpita nella storia del Torino”. Un abbraccio invece va alla moglie e al figlio Marcello. Sicuramente Beppe Bonetto rimarrà nella mente di quelli che hanno amato il calcio e soprattutto degli addetti ai lavori che hanno avuto la possibilità di collaborare con lui e di sapere come teneva a questo splendido sport che in Italia genera una passione davvero difficile da eguagliare. (agg. di Matteo Fantozzi)
IL RICORDO DI ALCIATO
Se n’è andato Beppe Bonetto uno degli ultimi romantici del calcio italiano. L’artefice dell’ultimo scudetto del Torino ed ex direttore generale della squadra granata. Sono in molti quelli che l’hanno voluto ricordare con grande tatto, anche magari addetti ai lavori giovani che non hanno avuto a che fare con lui, ma l’hanno solo conosciuto per la sua storia. Tra chi ne ha apprezzato le gesta c’è il giornalista di Sky Sport Alessandro Alciato. Questi gli ha dedicato un tweet breve ma sincero dove ha dimostrato il suo grande affetto per questa figura storica. Nel commento possiamo leggere: “Se n’è andato Beppe Bonetto. Il calcio perde un vero gentiluomo”, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. Proprio tra questi ultimi possiamo vedere come il calcio unisca persone di fede calcistica diversa e che di solito durante la settimana sono abituate a litigare anche con toni non proprio pacati. Di fronte però alla morte di un personaggio importante non si può assolutamente pensare di avere ancora una maglia con i colori diversi da quelli di chi ci si siede a fianco. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’ARTEFICE DELL’ULTIMO SCUDETTO GRANATA
Addio a Beppe Bonetto: lo storico direttore generale del Torino è morto all’età di 83 anni. Con il suo lavoro ha scritto la storia del calcio italiano: ha inventato il mestiere del procuratore sportivo ed è artefice dell’ultimo scudetto granata. Costruì pezzo dopo pezzo quella squadra che vinse lo scudetto del 1976, due Coppe Italia e quattro scudetti Primavera. Laureatosi in Economia e Commercio nel 1958, lavorò per cinque anni come responsabile amministrativo della Lega Calcio, poi divenne segretario e in seguito direttore generale del Torino, diventando il braccio operativo della gestione di Orfeo Pianelli. Questo fu il periodo più fulgido della storia granata, fatta eccezione per l’epopea del Grande Torino. Un lavoro fatto con metodo: si dedicò inizialmente al potenziamento del settore giovanile, poi allo scandagliamento dei campionati minori e quindi ai colpi di mercato veri e propri. Con lui sono cresciuti campioni come Novellino, Pulici, Agroppi e Onofri. Inoltre, fece restare a galla il club alla fine dell’area pianelliana. I suoi ultimi anni furono però caratterizzati dalle cessioni più dolorose: Graziani e Pecci alla Fiorentina, Mozzini all’Inter, Claudio Sala al Genoa, Patrizio Sala alla Sampdoria e Castellini al Napoli, rimpiazzati tutti dai ragazzi cresciuti in casa. Da Torino passò al Napoli di Ferlaino, poi lavorò per Perugia e Genoa prima di cominciare la carriera di procuratore.
MORTO BEPPE BONETTO: INVENT IL MESTIERE DEL PROCURATORE
Beppe Bonetto fu precursore del mestiere di procuratore. Per lungo tempo fu presidente dell’associazione di categoria. In pratica ha inventato un lavoro che prima non esisteva, cioè quello di agente di calciatori. Nel 1984 fondò l’International Football Agency (Ifa) attraverso cui indirizzò molti dei più grandi calciatori degli anni Ottanta-Novanta. Nella sua scuderia Peruzzi, Ferrara, Cravero, Maldini, Francini, Fuser, Crippa, Zambrotta, Jorgensen, Ravanelli, Rizzitelli, Rossi, Balzaretti, Filippo Galli, Gamberoni, Desideri e Gilardino, per citarne giusto qualcuno… Molti dei suoi assistiti fingono per lavorare con lui al termine della carriera, come Ciccio Romano, Bia o Sclosa. Suo figlio Marcello sta portando avanti il suo lavoro, insieme al nipote Federico e Guglielmo Gabetto, nipote del centravanti del Grande Torino. Fino alla fine Beppe Bonetto, come riportato dalla Repubblica, ha continuato a seguire il Torino, squadra che non ha mai smesso di amare, e si è recato ogni giorno in ufficio alla guida della sua 500 gialla. Oltre al figlio Marcello, lascia la moglie, la nuora e un nipote, chiamato Paolino in onore di Pulici.