Sono tanti gli errori che Antonio Cassano ha commesso nella sua carriera, ma quello più grande è non aver dato retta a Francesco Totti. Quando stava trattando il rinnovo del contratto con la Roma, il capitano giallorosso gli disse che sarebbe stato meglio guadagnare meno ma essere felici che andare altrove senza essere sereno al 100%. E, invece, è andato al Real Madrid, che lo ha “scaricato” dopo un anno e mezzo: «Ero sedotto dallofferta del Real ma all’epoca, se avessi ascoltato il consiglio di Francesco, probabilmente sarei rimasto a Roma per dieci, quindici anni insieme a lui ha dichiarato l’attaccante nell’intervista concessa al Corriere dello Sport. Cassano, dunque, ha preferito non ascoltare il consiglio di quell’amico che per quattro mesi lo fece vivere a casa sua con la madre e il padre, trattandolo come un fratello. E al Real Madrid ha dato poi il peggio di sé: è andato via dai ritiri, non si allenava al punto da arrivare a pesare sei-sette chili in più. «Quei giorni sono il grande rimpianto che ho, a livello calcistico ha ammesso FantAntonio, la cui felicità all’epoca era non avere regole. Così, però, ha perso una grande occasione.
Dopo l’addio alla Sampdoria, da cui si è svincolato, Antonio Cassano riflette sul suo futuro: l’attaccante barese vuole continuare a giocare, perché il calcio è la sua vita. Si sta allenando con grande entusiasmo in attesa della grande occasione, ma le proposte non mancano: in estate ha ricevuto un’offerta dal Palermo, mentre qualche giorno fa lo ha cercato il Crotone. Cassano, però, ha respinto anche le proposte dall’estero: l’obiettivo è rimanere nei dintorni di Genova, al Nord, altrimenti prenderebbe in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia. Lo ha raccontato FantAntonio nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, nella quale ha parlato dei suoi progetti futuri, tra cui non rientra un’esperienza in Serie B. «Io ora sono convinto di poter ancora divertirmi e fare la differenza, in serie A ha assicurato Cassano, il quale smetterebbe «se arrivasse il momento in cui diventassi ridicolo nel calcio, se non ce la facessi più, sarei il primo a smettere.