Per la prima volta nella storia un tecnico donna guiderà una nazionale maschile azzurra. Patrizia Panico, una delle più grandi calciatrici italiane della storia, allenerà i ragazzi della rappresentativa Under 16 nel match amichevole in programma mercoledì prossimo (22 marzo 2017) a Verona, contro la Germania (seguirà un altro test nella giornata di venerdì 24, a Caldiero nella provincia veronese). La Panico sostituirà il tecnico Daniele Zoratto, al seguito dell’Under 19 che affronterà la fase elite del campionato europeo di categoria (azzurrini in campo giovedì 23 marzo contro l’Irlanda). Patrizia è stata una grande calciatrice: ha vinto tanti scudetti, detiene il record di presenze in Nazionale (204 con 110 reti), nel 2015 è entrata nella Hall of fame del calcio italiano. Il sussidiario.net ha intervistato in esclusiva Patrizia Panico.
La prima volta che un tecnico donna guiderà una nazionale maschile azzurra: cosa significa? E’ una cosa importante che non riguarda solo lo sport. E’ un qualcosa di bello in un mondo tradizionalmente maschilista, per così dire, come quello del calcio. Un passo importante anche per tutti gli altri campi del vivere umano, di un paese come l’Italia in cui facciamo ancora fatica a pensare a una parità tra uomini e donne.
Lei come ha preso questa notizia, cosa ha provato? Mi ha fatto piacere, mi sono sentita gratificata di questa decisione della FIGC che mi ha permesso questa esperienza.
Sarà in panchina per le due partite dell’Under 16 con la Germania, un impegno difficile? Diciamo non facile perchè la Germania anche a livello giovanile è molto forte. Del resto i tedeschi sono forti a tutti i livelli, sia in campo maschile che in quello femminile.
Lavorare coi ragazzi potrebbe aiutare il suo lavoro? In parte sì, sono ragazzi del 2001 tra l’altro. Potrebbero avere meno pretese, sono molto giovani, anche se ci sarà da seguirli in tutti i sensi. Sono in una fase di crescita. Calcisticamente però potrei imparare molto da loro (ride, ndr)…
Che differenza c’è tra allenare maschi e femmine? La metodologia è più o meno uguale, più che altro alle donne devi dire tutto. E’ più il loro carattere ascoltare, una questione psicologica. Gli uomini sono diversi, hanno bisogno di un allenatore più scorbutico, è come se fossero meno attenti, hanno per natura un modo di essere differente.
Un giorno dove spera di arrivare? Non faccio progetti, per ora sono qua, sono contenta della grande opportunità che mi ha dato la FIGC.
Una vita nel mondo del calcio, tanti successi, da chi ha imparato di più? Un po’ da tutti, ogni compagna di squadra, ogni persona mi ha fatto imparare qualcosa. Così come ricordo volentieri tutte le tappe della mia carriera. L’ho sempre vissuta con equilibrio ed anche questo mi ha permesso di mantenermi ad alti livelli.
Pensava di fare già l’allenatrice quando giocava? Magari, spesso mi confrontavo con i miei allenatori ma non so se avrei pensato di poter arrivare a questo punto, forse le mie ex compagne di squadra saprebbero dirlo meglio, loro mi vedevano dall’esterno.
Qual è la sua idea di calcio, schemi, gioco, metodi: c’è qualche tecnico a cui si ispira? Mi piace molto Carlo Ancelotti, un tecnico molto equilibrato, con un’idea di calcio totale. Poi ci sono tecnici come Mourinho, Conte, Simeone che ammiro molto. Ancelotti rimane però il mio allenatore preferito. Mi confronto poi con gli allenatori federali, cerco di vedere le loro idee per imparare sempre qualcosa di nuovo, per cercare di crescere sempre di più.
Il suo nuovo incarico è quindi un altro passo importante per la parità di diritti tra uomo e donna… Sì, come dicevo prima spesso nel nostro paese le donne non vengono abbastanza tutelate. Non c’è parità tra uomini e donne come in certe nazioni. Nel lavoro ad esempio, sul fatto che non abbiamo mai avuto un Presidente della repubblica donna. Sarebbe ora che avvenisse… In tante cose. Il calcio ha iniziato così, ha dato l’esempio, speriamo che possa essere l’inizio di una maggior ruolo delle donne italiane in tanti settori del vivere umano.
Tante interviste, la celebrità magari, la popolarità potrebbe pesarla? No direi proprio di no, adesso proprio no. Poi ripeto sono molto equilibrata, sono un tipo semplice. Non mi sottrarrei mai ai selfie dei tifosi, è giusto che anche i campioni li lascino fare. Non rifiuterei le interviste, per quello che posso ovviamente. La mia vita andrà avanti lo stesso, come al solito, la popolarità non mi spaventa. Tutto questo non cambierà il mio modo di essere.
(Franco Vittadini)