Se il calcio è uno sport appassionante è anche per partite come Barcellona-Paris St Germain. L’incredibile rimonta della squadra di Luis Enrique, che ha ribaltato il poker rifilato dai francesi nel match di andata, regala ai catalani la qualificazione ai quarti di finale di Champions League e a tutti gli appassionati un’elettrizzante pagina di storia del calcio. Protagonisti Neymar, Suarez e Messi, ma il gol decisivo è stato segnato da Sergi Roberto. Nel Paris St Germain si salva solo Edinson Cavani, l’unico che si è dimostrato in grado di poter impensierire la difesa catalana. Non mancano neppure gli episodi da moviola: non sono evidenti quelli che hanno portato ai due calci di rigore per i blaugrana. Alla fine, però, resta la grande festa del Camp Nou, che ha sostenuto il Barcellona anche quando il gol del Paris St Germain aveva raffreddato le speranze di “remuntada”. Una gran bella risposta anche da parte di Luis Enrique, finito sul banco degli imputati dopo la sconfitta dell’andata. Ma analizziamo le prestazioni dei singoli, ecco i nostri voti.



Ordinaria amministrazione stasera per il portiere blaugrana, visto che gli avversari si affacciano raramente dalle sue parti. E in una di queste poche occasioni è il palo a dargli una mano. 

Il ruolo da centrale gli sta stretto, considerando la tecnica di cui è dotato, ma è bravo nelle chiusure. Rischia un po’ troppo per un fallo da tergo su Di Maria in area di rigore.



Quando c’è da affondare i tacchetti per spaventare gli avversari non si risparmia e, infatti, il Paris St Germain capisce subito che al Camp Nou non sarà una passeggiata. Sempre generoso, si trasforma in attaccante per aiutare i compagni.

Con la sua fisicità riesce a rendersi protagonista di chiusure importanti, poi prova a dare una mano anche in avanti, ma il gol di Cavani lo rende ancor più accorto in fase difensiva.

Fa il bello e cattivo tempo sulla fascia, corre senza risparmiarsi, ma questo lo porta a finire anzitempo la benzina. : chi l’avrebbe detto che sarebbe stato protagonista di una serata storica? Il panchinaro regala la qualificazione! 



Nessuna distrazione in campo e, infatti, conduce bene la manovra della squadra. La sua presenza a centrocampo è fondamentale, è una sorta di bussola per i compagni.

Prestazione altalenante, al di sotto delle aspettative. Sembra svegliarsi dopo una partenza in sordina, ma è solo un’illusione.

In partite importanti come queste un tocco magico può fare la differenza e lui non diserta l’appuntamento, il colpo di tacco che porta al secondo gol è geniale. ARDA TURAN 6: fa poco per farsi notare, il minimo indispensabile.

Con i suoi piedi firma solo il rigore del momentaneo 3 a 0, si eclissa poi per il gol di Cavani, ma quando la palla è tra i suoi piedi la musica cambia.

Mentre gli altri si sistemano in campo, lui segna. Parte a razzo, poi gestisce le energie e infatti riesce a lottare fino alla fine contro la difesa parigina.

Quando il Barcellona comincia a vedere lo spettro dell’eliminazione, l’attaccante segna un gol magico e trasforma il rigore del 5 a 1. La rimonta passa soprattutto dai suoi piedi.

A prescindere da come andrà a finire la sua avventura al Barcellona, resterà una partita storica per la squadra e la Champions League. Sembrava l’unico a credere nel 6 a 1 e, invece, la squadra lo ha seguito alla lettera.

Serviva un leader autoritario alla difesa, ma le sue (non) uscite trasmettono incertezza alla retroguardia. Ci mette del suo nei primi due gol subiti, non brilla neppure sul rigore e sulla punizione di Neymar.

Troppo ingenuo nell’approccio alla marcatura di Neymar e, infatti, regala il rigore agli avversari.

La sua esperienza era importante per guidare i compagni in un match complicato e, invece, non solo non li trascina, ma affonda insieme al resto della squadra.

Clamorosi gli errori sui primi due gol e la mancanza di feeling con il connazionale. Spaesato.

Dopo l’autorete si rifà con l’assist per il gol di Cavani. Potrebbe sfruttare gli spazi per spingere, ma preferisce non rischiare di lasciarne agli avversari.

Ispirato all’andata, perso al ritorno. Tanti gli errori commessi nel corso di una partita giocata sotto ritmo.

Il tocco magico dell’andata sembra maledetto al ritorno, perché perde ogni pallone che finisce tra i suoi piedi. Sbaglia tutto quello che può.

Sbaglia i tempi delle uscite per le marcature, non riesce a gestire bene le situazioni di gioco.

Gioca al posto di Di Maria ma non ripaga Emery per la fiducia, non punge in avanti. : ha la qualità per cambiare la partita, ma viene lanciato quando ormai la partita ha preso un’altra piega.

Riesce a giocare solo due palloni, uno finisce sul palo e l’altro in rete. Risponde sempre presente, ma stasera è l’unico all’appello.

uno dei pochi a non buttare i palloni stasera e che ha provato a giocarlo, ma non riesce ad essere incisivo. : entra in campo per dare una mano alla difesa, che invece naufraga nel finale.

Inspiegabile la scelta di lasciare in panchina Di Maria. Una serata da incubo: non riesce a trasmettere calma alla squadra, lasciandola sola in una partita che andava gestita con personalità. Suicidio sportivo clamoroso.