La giornata dopo il closing Milan è stata intensa quanto quella di ieri. In mattinata la conferenza stampa del nuovo presidente Li Yonghong e dell’amministratore delegato Marco Fassone, nel primo pomeriggio l’Assemblea dei Soci che ha sancito le dimissioni dei componenti del vecchio Consiglio d’Amministrazione e la nomina del nuovo CdA, con quattro componenti cinesi fra cui il presidente e quattro italiani, infine la visita a Milanello dei nuovi padroni, che sono andati a salutare la squadra e l’allenatore Vincenzo Montella quando ormai mancano solamente poche ore alla grande partita di domani, il derby ‘tutto cinese’ delle ore 12.30 contro l’Inter. Dunque la squadra è già tutta riunita in attesa di incontrare il presidente, il suo braccio destro Han Li, ma pure Fassone e il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli. Anche questo sarà un nuovo passo nella nascita di una nuova era: Silvio Berlusconi nel 1986 iniziò a cambiare non solo la storia del Milan, ma anche quella di tutto il calcio; solo il tempo ci potrà dire cosa ne sarà del Milan cinese, intanto farà uno strano effetto vedere un ‘altro’ presidente parlare alla squadra a Milanello proprio alla vigilia di una partita speciale come il derby. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



Il Milan è davvero entrato in una nuova era: uno degli atti conseguenti al closing di ieri sono le dimissioni del vecchio CdA, che sono state ufficializzate pochi minuti fa, nel corso dell’Assemblea dei Soci. E’ stata resa nota anche la composizione del nuovo Consiglio d’Amministrazione del Milan, che ricalca totalmente le previsioni fatte nei giorni scorsi. Il presidente sarà naturalmente Li Yonghong, il nuovo proprietario della società rossonera; con lui ci saranno anche altri tre cinesi, cioè il suo braccio destro Han Li e poi Lu Bo e Xu Renshuo. L’altra metà del nuovo CdA è invece italiana: ci sono Marco Fassone, nuovo amministratore delegato del Milan, e poi Paolo Scaroni, Roberto Cappelli e Marco Patuano. Insomma, adesso anche dal punto di vista formale tutto è definito: il closing Milan ha avuto una storia complicata e ricca di colpi di scena, ma il lieto fine è arrivato e nel derby di domani si affronteranno due squadre entrambe di proprietà dei cinesi. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



, chiudendo la conferenza stampa successiva al closing Milan con il messaggio del nuovo presidente Li Yonghong, ha parlato anche di politica calcistica, con riferimento a quello che andrà fatto in Lega per sviluppare sempre di più il prodotto calcio italiano. Le esigenze sono diverse fra le grandi e le piccole squadre, Fassone auspica di arrivare a un compromesso. La visione del Milan sarà quella di lavorare per adeguarsi a tempi che sono molto diversi anche solo da pochi anni fa, naturalmente sarebbe gradita l’ipotesi di Adriano Galliani alla presidenza. Torna protagonista anche il mercato: l’a.d. non nega la volontà di cercare almeno uno o due grandi nomi, mentre si proverà a trattenere Gerard Deulofeu, pur ricordando che lo spagnolo è in rossonero con la formula del prestito secco. Fassone sa che bisognerà sconfiggere anche un certo scetticismo che è nato in questi mesi nell’opinione pubblica. Viene citato il nome di Roberto Mancini, con cui Fassone ha un ottimo rapporto, ma l’a.d. ne approfitta per ribadire l’assoluta fiducia verso l’attuale allenatore. Importante sarà cercare di raggiungere subito l’Europa League, per tornare a respirare l’aria europea e i ritmi delle squadre che giocano le Coppe, in vista dell’obiettivo successivo di agguantare la Champions League. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



, proseguendo a rispondere alle domande nella conferenza stampa che segue il closing Milan, sottolinea l’importanza decisiva della Champions League per sviluppare i ricavi dal punto di vista più strettamente sportivo, mentre lascia alla società i piani sullo sviluppo in Cina. Da questo punto di vista sarà poi naturalmente molto importante lo stadio, che può fare la differenza in termini di fatturato. Si torna poi a parlare della squadra attuale, che secondo Fassone “ha talento e prospettiva”, ricordando anche l’età media molto bassa, ottima base – anche grazie ad altri talenti del vivaio – sulla quale lavorare per il futuro del Milan, anche se potrebbe essere necessario aggiungere giocatori d’esperienza e con abitudine alle grandi competizioni. Non manca un riferimento simpatico al fatto di essere “un milanista vero”: Fassone sa di non poter essere al livello di un tifoso dalla nascita, ma si ritiene sicuro di diventarlo per il modo in cui intende il proprio modo di lavorare. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

Si fanno i nomi di alcuni giocatori del Milan con i quali lavorare per il rinnovo, come Gianluigi Donnarumma, Suso e Mattia De Sciglio: Fassone risponde che nei prossimi giorni ci sarà un fitto calendario di incontri proprio con l’obiettivo di trattenere i giocatori più importanti. Sarà importante anche parlare con chi ha fatto la storia del Milan, senza però sbilanciarsi su quale ‘bandiera’ potrebbe entrare nell’organigramma del Milan. L’a.d. si dice anche soddisfatto di iniziare subito con il derby, una bella partita che renderà ancora più speciale l’occasione. Si parla pure dello stadio: San Siro “è straordinario”, saranno necessari colloqui con Inter, Comune e Regione ma l’importante sarà arrivare a una soluzione condivisa nel più breve tempo possibile. La priorità nell’immediato sarà invece naturalmente quella di costruire la squadra per la stagione 2017-2018, oltre a lavorare per rilanciare il Milan sul mercato cinese, che naturalmente avrà una particolare importanza per la nuova proprietà. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

Parole importanti da Marco Fassone per Vincenzo Montella: “Sostegno pieno, gode della massima fiducia anche di mister Li e mister Han”, rievocando il fatto che la nomina dell’allenatore fu condivisa dalla vecchia e dalla nuova presidenza. Fassone rende noto che la Uefa ha concesso una deroga per il piano che la società dovrà presentare alla Federazione europea e pure che Barbara Berlusconi ha accettato di rimanere a capo di Fondazione Milan. L’a.d. definisce questa operazione “enorme”, visto che per l’acquisto del Milan sono stati spesi 740 milioni di euro, dunque Fassone definisce normale che ci sia stato un contributo da parte del fondo Elliott, inoltre si considera tranquillo per il basso livello di indebitamento del club. L’obiettivo è chiaro: “Siamo il Milan, puntiamo a tornare il prima possibile in Champions League, la nostra assenza da questa competizione è ormai troppo lunga”, fissando l’obiettivo dunque del quarto posto nel prossimo campionato, che consentirà di tornare in Champions nel 2018-2019. Fassone poi chiarisce la necessità di avere “una fortissima struttura manageriale”, senza però alcun pregiudizio verso chi lavora già al Milan. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

Prosegue a parlare nella conferenza stampa che ufficializza il closing Milan. Dopo il saluto iniziale del nuovo proprietario Li Yonghong, infatti è proprio l’amministratore delegato a rispondere alle domande dei giornalisti. Fassone ha voluto naturalmente ringraziare Silvio Berlusconi, parlando dell’amore dell’ex patron per la sua creatura, dunque anche del dolore che prova nel lasciarla. Fassone poi si dice fiducioso per il futuro, perché adesso torna finalmente a fare il proprio lavoro, dopo mesi in cui non ha potuto fare altro che il consulente per gli acquirenti cinesi. Mesi comunque utili per impostare il lavoro, con Han Li che è il braccio destro del nuovo presidente e con il nuovo direttore sportivo Massimiliano Mirabelli. L’obiettivo naturalmente è quello di costruire una squadra ambiziosa, che possa riportare il Milan sui livelli che a lungo sono stati consueti per i rossoneri nell’epoca di Berlusconi. Il budget dunque sarà all’altezza, mentre a proposito del calciomercato l’a.d. si limita a dire che “abbiamo delle idee”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

La conferenza stampa di Li Yonghong e Marco Fassone successiva al closing Milan è iniziata con circa mezzora di ritardo. Il primo a prendere la parola è stato naturalmente il nuovo proprietario del Milan, che si è espresso in cinese. Li Yonghong ha dichiarato che “per tutti gli amanti del Milan oggi è un giorno importante”, aggiungendo che “il successo della transazione è reso possibile dal profondo amore dei tifosi del Milan e dallo sforzo dei partner”. Il patron è consapevole che “abbiamo una grande responsabilità sulle nostre spalle” e ha espresso la sua fiducia in Fassone, il “candidato migliore” per guidare il Milan. Dunque, dopo l’immancabile “Forza Milan” in italiano, Li Yonghong ha passato la parola proprio a Fassone. Il nuovo amministratore delegato ha voluto innanzitutto ripercorrere i difficili mesi che hanno portato a un tormentato closing, ringraziando sia lo stesso Li ma anche Adriano Galliani e Barbara Berlusconi per come tutte le parti si sono comportate in questi mesi. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

Pochi minuti alla conferenza stampa di Li Yonghong e Marco Fassone, che dopo il closing Milan sono il nuovo proprietario della società rossonera e il suo amministratore delegato. Dunque stiamo per sentire le prime dichiarazioni del nuovo padrone del Milan, che però si limiterà ad un discorso iniziale senza possibilità di fare domande da parte dei giornalisti, anche per le difficoltà linguistiche. La parola passerà poi a Marco Fassone, che risponderà alle domande della stampa. Li Yonghong è già arrivato a Casa Milan e sta compiendo una sorta di ‘visita guidata’ nella sede della sua nuova società, ma alle ore 11.00 è atteso l’inizio della conferenza stampa, dunque manca davvero pochissimo al primo atto pubblico del nuovo Milan cinese. Gli atti formali sono già stati tutti compiuti nella giornata di ieri, quando è ufficialmente finita l’epoca di Silvio Berlusconi alla guida del Milan, ma adesso ci attende l’inizio pubblico della nuova epoca, anche per conoscere meglio questo personaggio che al momento non è ancora molto noto, visto che non si è fatto vedere molto e ha parlato ancora meno. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)

Il closing Milan è cosa fatta: ieri è stato il giorno dello storico passaggio di proprietà del Milan da Silvio Berlusconi al cinese Li Yonghong, al termine di un’operazione lunghissima, con vari intoppi e che globalmente è costata 740 milioni di euro, compresi quelli prestati dal fondo Elliott (clicca qui per leggere la cronaca della giornata di ieri). Una piccola annotazione: Li è il cognome, che però in cinese viene scritto prima del nome, dunque la dicitura corretta è appunto Li Yonghong. Ormai tutto è compiuto, ma anche oggi ci saranno appuntamenti importanti, a cominciare dall’assemblea dei soci che ratificherà la nuova situazione e nominerà il nuovo Consiglio d’Amministrazione, che sarà formato da otto membri, dei quali quattro italiani e quattro cinesi. Troveranno infatti posto nel nuovo CdA naturalmente il presidente Li Yonghong, il suo braccio destro Han Li e altre due figure orientali Lu Bo e Xu Renshuo. I quattro membri italiani saranno il nuovo amministratore delegato Marco Fassone e poi Paolo Scaroni, Roberto Cappelli e Marco Patuano.

I due dirigenti principali saranno lo stesso Fassone e il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, accomunati da un passato all’Inter che sarà pure la prima avversaria del Milan cinese in un derby che possiamo ben definire storico, quello che si svolgerà domani alle ore 12.30. Prima però vivremo gli altri appuntamenti che sono attesi nella giornata di oggi: la conferenza stampa dei nuovi proprietari, che delineeranno i propri progetti per il Milan del futuro, e nel tardo pomeriggio la prima visita a Milanello, proprio alla vigilia del derby che oltre ad essere meneghino adesso è cinese. C’è naturalmente attesa per le parole di Li, che ieri si è limitato ad una dichiarazione diffusa dalle agenzie: “Ringrazio Berlusconi e Fininvest per la fiducia e i tifosi per la pazienza, da oggi costruiamo il futuro. Passo dopo passo torneremo sul tetto del mondo”. Oggi lo sentiremo parlare in prima persona: il paragone sarà difficile da sostenere, soprattutto pensando che Berlusconi acquistò la società nel 1986, vinse lo scudetto nel 1988 e poi Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale nel 1989: il calcio è cambiato molto, ma la nuova sfida è lanciata.