uno dei sopravvissuti alla strage del teatro Bataclan, uno degli attentati terroristici di Parigi nella terribile notte del 13 novembre 2015. E un rugbista e ha provato a tornare in campo ma si è arreso ai dolori: con una lunga lettera da lui stesso pubblicata ha comunicato ufficialmente il suo ritiro, a soli 28 anni. Francese di Saint-Cloud, da tre anni giocava nel Mogliano in provincia di Treviso; ferito a un polmone e a un piede nella sparatoria del teatro parigino, Barraud ha detto che da tre mesi ho visto il mio corpo non accettare più lo sforzo fisico e inviarmi segnali negativi, troppi. Ha parlato di un corpo distrutto; ha confessato una diagnosi – risalente a due mesi fa – che evidenziava problemi causati dalle cure effettuate per tenermi in vita. Lammissione è netta, senza giri di parole: tornando a giocare rischio oggettivamente la morte. Così, Barraud ha detto stop dopo una carriera durata soltanto 9 anni. Ha voluto ringraziare tutti: dai medici che mi hanno assecondato nel ritorno in campo alle società nelle quali ha giocato, ovviamente gli amici e Giorgio Da Lozzo con il quale ho fatto dei passi incredibili. Ci deve anche essere del coraggio nella decisione di un ventottenne di smettere di fare quello che ama; se lè chiesto anche Barraud che però ha ammesso di non avere una risposta. Si ferma però a testa alta ed è sicuro che non avrò rimpianti per non averci provato.



Come detto la carriera di Aristide Barraud è durata appena 9 anni. Ne aveva 19 quando è arrivato allo Stade Français, una delle società storiche del rugby europeo. Messosi in luce come mediano di apertura, è poi tornato per altre due stagioni a Massy, cittadina dellIle-de-France dove aveva mosso in suoi primi passi nel mondo del rugby. Larrivo in Italia è avvenuto nel 2013, con i Lyons Piacenza; qui è stato top scorer con 371 punti ed eletto MVP, suscitando le attenzioni del Mogliano che lo ha voluto nella squadra di eccellenza. Qui Barraud si è ripetuto: ancora miglior marcatore del campionato. Tuttavia lanno seguente è arrivata quella maledetta notte del 13 novembre: gli spari, le ferite e una lunga convalescenza che gli ha fatto saltare tutta la stagione. Ci ha provato, Aristide, che aveva anche vinto Sei Nazioni e Mondiale con la Francia Under 20; ci ha provato, ma si è arreso. Nessuno può fargliene una colpa: non se la dà nemmeno lui, che è contento di aver vinto lultima partita della mia carriera alla presenza di mio papà, di aver messo tra i pali il mio ultimo calcio. Nella sua lettera di addio al rugby il francese non ha dimenticato lItalia: Mi ha dato tantissimo e un giorno vorrei poter restituire quello che ho ricevuto. Un bellattestato di stima, che ricambiamo fortemente augurando un grosso in bocca al lupo ad Aristide Barraud, anche se non lo vedremo più su un campo da rugby.



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