Farà certamente discutere la richiesta inviata alla FIFA da Mohammed Alarefe, un religioso musulmano che ha chiesto che venga vietato ai calciatori di fare il segno della croce dopo un gol. Tra i calciatori più celebri ad importare questa usanza era stato sicuramente l’ex milanista Kakà, che dopo ogni gol indicava il cielo e ringraziava Dio con il più classico dei riti cristiani. Mohammed Alarefe, docent alla King Saud University di Riyadh con 17 milioni di followers su Twiiter, come riportato dal Daily Mail ha deciso che ne aveva abbastanza di questa usanza, e per questo ha chiesto al “governo del calcio” di intervenire. Inutile dire che in molti sui social lo abbiano preso di mira: tanti, ad esempio, hanno fatto notare come siano diversi i calciatori che si inginocchiano sul campo da gioco, baciano il terreno e poi ringraziano Allah dopo un gol. Basta pensare a Mohammed Salah o Lacazette del Lione, tutti giocatori di fede musulmana che esprimono in questo modo la loro devozione. Sarà bene, dunque, preservare quello spirito di tolleranza e apertura che il calcio ha sempre incarnato. Con un po’ di ironia riprendiamo il commento di un utente che su Twitter ha risposto in questi termini al religioso saudita:”Quando al-Baghdadi verrà eletto presidente della FIFA discuteremo della richiesta del rispettabile sceicco”.



La richiesta di un religioso musulmano di vietare il segno della croce ai calciatori di fede cristiana non rappresenta una novità assoluta. Come riportato da lultimaribattuta.it, era stata l’AMF, Associazione dei Sindaci Francesi, a emettere un comunicato nel quale spiegava che un Comune non avrebbe dovuto “sovvenzionare una manifestazione, di cui venga affermato il carattere cultuale, nemmeno qualora fosse tradizionale ed accompagnata da iniziative culturali o feste“. Un modo per affermare “il principio della laicità nella vita quotidiana”. In quel caso, però, più che di veri e propri divieti, si trattava di raccomandazioni volte a favorire la convivenza tra popoli e religioni. Ai giocatori si chiedeva di non pronunciare preghiere in campo e di non ostentare segni religiosi (non esultare facendo il segno della croce, appunto). La proposta, risalente al 2015 e pronunciata dal presidente dellAssociazione dei Sindaci  François Baroin, figlio di un Gran Maestro del GrandOriente di Francia, la più grande organizzazione massonica dOltralpe, all’epoca cadde nel dimenticatoio. Non ci dispereremmo se accadesse lo stesso con quella del saudita… 

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