Gemma Amendolia ha aperto gli occhi: si è risvegliata dal coma la ragazza di 26 anni che si è schiantata il 21 aprile con la sua Mini Cooper alla Targa Florio. Suo padre Mauro e un giudice di gara hanno perso la vita, ma al suo fianco ha trovato la madre, Rosaria Villari, anche lei in passato pilota. Col battito degli occhi ha annuito per rispondere alle prime elementari domande, anche perché non può ancora parlare: i medici della seconda rianimazione dell’ospedale Civico di Palermo le hanno fatto una tracheotomia che impedisce la vocalizzazione. Sonde e cateteri impongono una forte sedazione, ma Gemma Amendolia, che è collegata a un ventilatore, ha riconosciuto con un sorriso anche sua sorella Valentina e ha assaggiato perfino un po’ di gelato al cioccolato. Primi cenni che riaccendono la speranza nella sua famiglia. Quelli che vorrebbe la ragazza ogni volta che chiede del padre e della corsa.



I medici, però, le hanno chiesto di non parlare a sua figlia né di automobili e gare né di papà Mauro, morto con il commissario di gara Giuseppe Laganà. Sperduta in ospedale, Gemma Amendolia sta pian piano prendendo coscienza della sua situazione. Ma le sue condizioni restano delicate: «Non dimentichiamo che siamo in presenza di lesioni craniche accertate. Nessuno può dire oggi quale sarà il futuro. La prognosi resta riservata. Ma ce la metteremo tutta», ha dichiarato il dottor Romano Tetamo. L’affetto sicuramente non manca a Gemma Amendolia, che dovrà ricominciare senza suo padre, che l’ha iscritta come primo pilota alla Targa Florio dopo la laurea. Doveva mettersi alla guida il giorno della tragedia, ma la grandine e le insidie del percorso portarono al cambio di posto, fatale per il padre. Per lei invece una nuova chance.

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