Un milione di euro per scoprire la verità sulla morte di Marco Pantani: è questa la somma che sua madre ha speso tra avvocati, spese legali, viaggi e perizie. Ma non è finita qui, perché mamma Tonina non si arrende. Sono passati 18 anni da quella “pugnalata” al Giro, poi la depressione e la fine nel residence dei misteri. Ma ci sono clamorosi sviluppi che potrebbero portare alla riapertura del caso. «Sono stata all’Antimafia: mi hanno promesso che faranno di tutto per rendermi giustizia. E, in settembre, aBologna potrebbero succedere molte cose, ha dichiarato al Corriere dello Sport. Impossibile per la madre del “Pirata” cancellare gli anni d’inferno che ha vissuto. Quella tragedia avrebbe potuto incrinare il matrimonio, ma i genitori del ciclista hanno resistito. «Non dormivo piu`, mangiavo poco, continuavo a pensare e a ripensare, ha raccontato mamma Tonina.
Non riusciva a non pensare a quanto accaduto tra Campiglio e Rimini, a quella provetta dell’ematocrito che la sera prima era regolare e il mattino dopo non più. «Tutti quelli che conoscevano Marco sanno tutto, ma, dopo diciotto anni tutti stanno ancora zitti, prosegue la madre di Marco Pantani. E, infatti, l’avvocato Antonio De Renzi ha rivelato che agli atti ci sono dichiarazioni di personaggi di grosso calibro secondo cui l’alterazione degli esami è stata organizzata perché il Pirata non doveva vincere il Giro. Convinto di essere stato fregato, Marco Pantani ha sempre cercato la verità sui fatti di Madonna di Campiglio. Inoltre, per Tonina c’è un filo invisibile che lega quella faccenda alla morte del figlio nel residence di Rimini. Tira in ballo Vittorio Savini, ex presidente del Club Magico Pantani, che gli disse: «Nel ’99, Marco non doveva arrivare a Milano in rosa altrimenti l’avrebbero fatto fuori.
E poi c’è una telefonata, quella del detenuto vicino alla camorra e a Vallanzasca, il quale rivelò che un camorrista di grosso calibro gli disse che Marco Pantani non avrebbe mai vinto il Giro e che la camorra cambiò le provette, facendolo risultare dopato. Ci sono tante cose poi che non tornano sulla morte del Pirata: la stanza fu trovata a soqquadro con condizionatore svitato e lavandino in mezzo alla stanza, sul pavimento. «Secondo te, uno che si fa di cocaina ha la forza di sradicare un lavandino dal muro o un condizionatore dalla parete?, si interroga ancora Tonina, che non si capacita neppure del ritrovamento della carta che avvolgeva un cornetto Algida nel cestino dei rifiuti. Le hanno detto che se l’era mangiato uno degli investigatori, ma non trova normale che ciò sia avvenuto sulla scena di un delitto. No, non è finita per la mamma di Marco Pantani, non fino a quando non avrà avuto giustizia.