Il Tour de France ripartirà con due tappe sostanzialmente interlocutorie in programma domani e mercoledì, che potrebbero risolversi con altrettante volate se le squadre dei velocisti avranno la forza e la volontà di tenere compatta la corsa. In ogni caso, anche se dovessero andare in porto le fughe da lontano, difficilmente ci saranno novità in classifica generale, salvo cadute o altri imprevisti che naturalmente non ci auguriamo. L’attesa dunque è già per quanto potrà succedere fra giovedì e venerdì sui Pirenei, due tappe molto diverse fra loro: giovedì ci attende il classico tappone pireniaco, lungo ben 214,5 km e con arrivo in salita a Peyragudes; venerdì invece saranno solamente 101 km, ma con ben tre Gpm di prima categoria che potrebbero rendere esplosiva la corsa, soprattutto se qualcuno oserà attaccare fin dai primi chilometri. Ancora un paio di giorni di pazienza quindi, poi torneremo a vederne delle belle… (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



Il Tour de France sta vivendo il suo primo giorno di riposo, che giunge opportuno dopo la durissima tappa di ieri, che ha causato molte vittime, fra cadute e corridori finiti fuori tempo massimo, ben sette. Fra loro Arnaud Demare, il vincitore della discussa tappa di martedì scorso e per qualche giorno anche maglia verde, che però non stava bene già da qualche giorno, aveva rischiato di finire fuori tempo massimo già sabato e ci è finito ieri, quando è giunto sul traguardo di Chambery con ben 58’48” di ritardo, nonostante l’aiuto di tre compagni di squadra della Fdj (Jacopo Guarnieri, Ignatas Konovalovas e Mickael Delage), che hanno tutti subito lo stesso destino di Demare, dimezzando così la squadra francese. Gli altri tre fuori tempo massimo sono Juraj Sagan – Tour dunque finito troppo presto per la famiglia del campione del Mondo -, Mark Renshaw e Matteo Trentin, che è caduto insieme a Geraint Thomas, ha onorato la corsa arrivando comunque al traguardo ma con circa due minuti di troppo rispetto al tempo massimo. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



Dopo il giorno di riposo, il Tour de France ripartirà con un grande nome praticamente fuori dai giochi per la classifica generale: stiamo naturalmente parlando di Alberto Contador, che è arrivato ventesimo a 4’19” dal vincitore Rigoberto Uran e adesso accusa un ritardo di 5’15” dalla maglia gialla di Chris Froome occupando una anonima dodicesima posizione. Di fatto adesso per il capitano della Trek-Segafredo l’obiettivo potrà essere vincere una tappa e rientrare almeno nella top 10, ma è chiaro che i sogni di gloria per Contador sono ormai svaniti. Da campione quale è, Contador dopo il traguardo non ha cercato alibi nelle due cadute – entrambe senza colpa – che lo hanno certamente condizionato nella tappa di ieri: “Parlare del dolore è secondario. Al mattino le sensazioni erano buone e avevo mandato davanti Mollema e Pantano (entrambi nella fuga da lontano, ndR). Però le gambe non hanno risposto come pensavo, come volevo. Ora bisogna ripensare a tutto il resto di questo Tour”. Alberto Contador puntava molto su questa corsa, ma la maledizione del Tour de France, dove lo spagnolo dalla revoca a tavolino del successo del 2010 non ha più trovato gloria, prosegue e fa pensare che ormai gli anni migliori per il Pistolero siano alle spalle. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)



Il Tour de France osserva oggi il suo primo giorno di riposo, con il quale la carovana si è spostata da Chambery a Perigueux, da dove domani prenderà il via la decima tappa, con la quale inizieremo l’avvicinamento ai Pirenei, che giovedì e venerdì daranno le prossime scosse alla classifica generale, nella quale al termine della durissima e pure sportivamente drammatica frazione di ieri troviamo in maglia gialla sempre il britannico Chris Froome, con un vantaggio di 18” su Fabio Aru. I distacchi sono cresciuti, adesso solamente quattro corridori sono compresi nello spazio di un minuto: in terza posizione a 51” ecco Romain Bardet, la grande speranza dei francesi, mentre il colombiano Rigoberto Uran con la vittoria di ieri è risalito in quarta posizione a 55” dal capitano del Team Sky. Le cadute hanno purtroppo caratterizzato la tappa, su tutte quella che ha costretto al ritiro Richie Porte, ma sono davvero tanti gli spunti offerti dalla giornata che la Grande Boucle ha vissuto sulle difficili salite del Giura, uno dei quali riguarda direttamente la sfida tra Froome e Aru.

Il nocciolo della questione è l’attacco del sardo della Astana proprio nel momento in cui la maglia gialla alzava il braccio a causa di un problema al cambio che lo costringerà a sostituire la bicicletta. Aru se ne era accorto? E se sì, avrebbe dovuto fermarsi in ossequio al fair-play? Detto che, secondo il modesto parere di chi scrive, nella fase più calda della tappa più dura dell’intero Tour de France la corsa è corsa e i problemi meccanici sono fra gli imprevisti che possono capitare ma non possono neutralizzare la battaglia, Fabio Aru ha tenuto a sottolineare che ha semplicemente attaccato nel punto in cui aveva già in programma di operare un primo scatto, senza nemmeno fare caso a cosa stesse facendo Froome. Dal canto suo, va detto che lo stesso britannico non ha voluto montare un caso, limitandosi a dire che era concentrato sulla risoluzione dell’inghippo che lo stava frenando proprio nel bel mezzo della durissima salita del Mont du Chat. Nessuna polemica, e d’altronde al termine di una tappa che di emozioni ne ha riservate fin troppe è stato meglio così…

1. Chris Froome (Gbr, Sky)

2. Fabio Aru (Ita, Astana) a 18″

3. Romain Bardet (Fra, Ag2r LA Mondiale) a 51”

4.0Rigoberto Uran (Col, Cannondale ) a 55”

5. Jakob Fulsgang (Den, Astana) a 1’37”

6. Daniel Martin (Irl,Quick Step Floors) a 1’44”

7. Simon Yates (Grb, Orica Scott) a 2’ 02”

8. Nairo Quintana (Col, Movistar) a 2’31”

9. Mikel Landa (Spa, Team Sky) a 3’06”

10 George Bennet (Aus, Lotto Jumbo) a 3’53”