Andy Murray resiste al comando del ranking Atp, ma adesso per lui arriva la parte difficile: nella classifica del tennis mondiale lo scozzese, che guida dallo scorso autunno, ha pochissimo margine di vantaggio su Rafa Nadal che ha sfruttato gli ottimi risultati sulla terra rossa per tornare in seconda posizione e minacciare il trono dello scozzese. Il problema resta il maiorchino, che da qui alla fine dellanno non ha tantissimi punti da difendere: Novak Djokovic infatti aveva raggiunto la finale sia agli Us Open che alle Atp Finals, cioè i due tornei nei quali ci sono tanti punti a disposizione, perciò replicando i risultati ottenuti nel 2016 non guadagnerà terreno. Murray invece le Atp Finals le ha vinte per la prima volta in carriera mentre a Flushing Meadows si è comunque fermato ai quarti di finale, superando un turno in più di quanto fatto da Nadal. Lui, e anche Federer: il quale era assente alla O2 Arena di Londra come lo stesso Nadal, e aveva saltato anche gli Us Open. Diciamo dunque che Murray deve guardarsi dai due grandi veterani: onestamente sarà molto difficile che riesca a chiudere lanno al primo posto della classifica Atp, ma chissà che invece non sia lui ad elevare il suo livello di gioco fino a mantenere il comando. (agg. di Claudio Franceschini)

Scorrendo il ranking Atp nel post-Wimbledon 2017, balza allocchio un dato del quale abbiamo discusso nei giorni scorsi: il fatto che al momento i giocatori della nuova generazione non siano ancora in grado di sovvertire la gerarchia. Basta gettare uno sguardo alla Top 10 del tennis mondiale: soltanto tre giocatori, vale a dire Dominic Thiem (7), Milos Raonic (9) e Grigor Dimitrov (10) sono nati negli anni Novanta. Per di più sono della prima metà del decennio, con Raonic che a dicembre compirà 27 anni; per trovare giocatori più giovani dobbiamo scendere alla 11 di Alexander Zverev (classe 97), mentre nei primi 20 i soli Lucas Pouille (18) e Nick Kyrgios (20) si possono considerare della nuova generazione visto che Pablo Carreno Busta è un 91 e Jack Sock un 92. Il dato sorprendente però, se vogliamo, è un altro: tutti i primi cinque del ranking Atp hanno compiuto i 30 anni, con i picchi di Roger Federer (36 tra un mese) e Stan Wawrinka (32). Il fatto che nessun giocatore nato nei Novanta abbia ancora vinto uno Slam la dice lunga, insieme al quadro che vuole i Big Four nuovamente ai primi quattro posti della classifica e i soli Wawrinka (tre volte) e Cilic (che ha comunque quasi 29 anni) capaci, dal gennaio 2005 a oggi, di strappare Major ai quattro di cui sopra. Il tennis maschile insomma è ancora legato a filo doppio ai suoi veterani: forse stiamo davvero vivendo unepoca doro, o forse è vero anche che le nuove generazioni non sono riuscite a produrre le armi necessarie per frenare questo fenomeno. (agg. di Claudio Franceschini)

Come cambia la classifica del tennis maschile dopo la vittoria di Roger Federer a Wimbledon 2017? Lo svizzero è il grande vincitore: con lottava meraviglia nei Championships sale due posizioni nel ranking Atp e si porta in terza piazza, ritrovando dunque una posizione consona ai suoi risultati. Inviariati i primi due posti: Andy Murray comanda ancora con Rafa Nadal alle sue spalle, il margine però si è ridotto perché Rafa, che lanno scorso non era a Wimbledon, ha comunque guadagnato punti mentre lo scozzese, che difendeva il titolo, ne ha persi. Adesso la distanza tra i due è di appena 275 punti; sono invece meno di mille quelli che separano Nadal da Federer. Per il resto, scende Stan Wawrinka: il flop dello svizzero (fuori al primo turno) lo fa arrivare addirittura in quinta posizione, perdendo due posti. Non si sposta Novak Djokovic: avrebbe potuto riprendersi la prima piazza se avesse vinto il torneo, resta invece in quarta posizione con la sensazione che dovrà sudare tanto per risalire la china, anche se da qui in avanti avrà meno punti da difendere (nella seconda metà del 2016 non era stato propriamente irresistibile). Per quanto riguarda Marin Cilic, il finalista di Wimbledon 2017, il croato resta dovera, ossia in sesta posizione:  se avesse sollevato il trofeo del campione si sarebbe ritrovato terzo e avrebbe costretto Federer al sesto posto, così invece non è cambiato nulla senonchè Cilic si è avvicinato leggermente di più a Wawrinka (avendo comunque ancora più di mille punti a separarlo da Stan).

A completare la Top Ten ci sono dieci giocatori che si muovono tutti. Chi perde è Milos Raonic: il canadese lo scorso anno aveva giocato la finale mentre questanno si è fermato in semifinale. Le dure leggi e regole legate al ranking Atp fanno sì che il nativo del Montenegro scivoli in nona posizione, scavalcato da Dominic Thiem e Kei Nishikori. Il giapponese sembra essere in una fase calante della carriera: ha ancora margini per riprendere quota, ma sta dando la sensazione piuttosto netta di aver superato il periodo migliore. In decima posizione, irrompe Grigor Dimitrov: il bulgaro torna nei primi dieci al mondo con un torneo comunque positivo (anche se ha perso agli ottavi, contro Federer), adesso però è chiamato a fare il salto di qualità che non gli è mai riuscito nel corso della carriera. Guadagna una posizione anche Alexander Zverev, mentre ne perde due Jo-Wilfried Tsonga che è stato una delle vittime di Sam Querrey, capace di spingersi fino alla semifinale; a questo proposito, lamericano si prende cinque posizioni ed è adesso 23esimo, non scala di più la classifica mondiale perché lo scorso anno era già stato capace di raggiungere i quarti di finale e dunque i punti guadagnati sono pochi.

1. Andy Murray (GBR) 7.750

2. Rafael Nadal (ESP) 7.465

3. Roger Federer (SUI) 6.545

4. Novak Djokovic (SRB) 6.325

5. Stan Wawrinka (SUI) 6.140

6. Marin Cilic (CRO) 5.075

7. Dominic Thiem (AUT) 4.030

8. Kei Nishikori (JPN) 3.740

9. Milos Raonic (CAN) 3.310

10. Grigor Dimitrov (BUL) 3.160