TOUR DE FRANCE 2017: IL PRONOSTICO DELL’EX CAMPIONE DEL MONDO  SUL VINCITORE FINALE (ESCLUSIVA)

E finalmente è arrivato il primo successo per il corridore norvegese Boasson Hagen che dopo due secondi posti ha conquistato la prima vittoria al Tour de France 2017. Prima vittoria nella diciannovesima tappa Embrun – Salon de Peovence di 222,5 chilometri. Terzo successo anche nelle sue presenze al Tour. A 2,5 chilometri dalla fine è scattato e ha staccato gli altri otto compagni di fuga, tra cui Daniele Bennati che è arrivato quarto. Il gruppo è arrivato a oltre 12 minuti. La classifica generale non è cambiata. Domani la cronometro che dovrebbe decidere la corsa francese attraverso la città di Marsiglia di 22,5 chilometri. Per commentare la diciannovesima tappa del Tour abbiamo sentito l’ex corridore Marino Basso, campione del mondo al Mondiale di Gap in Francia nel 1972. Eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.



Boasson Hagen una bella vittoria, voluta e studiata nel modo migliore…
Sì bisogna dire che l’ha meritata in pieno, l’ha voluta, l’ha cercata e ha saputo studiarla nel modo giusto!

Dopo due secondi posti il corridore norvegese ha meritato questo successo?
Sicuramente dopo sue secondi posti una vittoria al Tour ci voleva per Boasson – Hagen.



Peccato per Bennati, la sua è stata in ogni caso una bella tappa.
Bennati ha fatto quello che poteva e del resto tutti i corridori sono stanchi a questo punto del Tour.

Per il resto tappa normale, di semplice trasferimento per i big.
E’ così non poteva che essere una tappa normale, senza che succedesse niente di speciale.

Cosa si aspetta dalla prossima cronometro?
Una cronometro che dovrebbe confermare la leadership di Froome, che così dovrebbe così vincere il Tour.

Froome quindi resterà maglia gialla, nessuno potrebbe togliergliela?
Dipenderà da come andranno le cose, sulla carta non dovrebbe succedere niente di sorprendente.



Se Froome vincesse, il suo non sarebbe un Tour esaltante…
Certo finora non ha vinto una tappa, conta su una grande squadra, ma il suo fine non è fare grandi cose ma arrivare primo al Tour.

Come vede Aru, cosa potrà fare?
Lui non è un corridore ideale per le corse contro il tempo, farà quello che potrà.

Le è piaciuto questo Tour?
L’ho seguito poco, devo dire che i big si sono molto controllati tra di loro.

Marino Basso, campione del mondo nel 1972, che ricordi ha di quel successo?
Una vittoria voluta, andammo a prendere Bitossi negli ultimi metri del Mondiale. Riuscii a vincere in una volata piena di grandi velocisti. E’ stato il successo più bello della mia carriera.

Qual è stato il segreto di quella vittoria?
Mi preparai bene per il Mondiale di Gap del 1972 in Francia, rinunciai a fare molti circuiti. Sapevo che potevo vincere, ci riuscii.

Com’è stato poi il suo rapporto col Tour?
Ho vinto tanto, anche diverse volte a Parigi. Nella mia carriera correvo sempre per vincere, facevo Giro, Tour, riuscivo a difendermi dappertutto. Il Tour era una corsa fantastica.

Chi è stato il più grande velocista di tutti i tempi…
Io andavo veramente forte (ride, ndr). Ai miei tempi c’erano tanti velocisti in grado di far bene, di conquistare il successo, anche trenta. Van Looy era fortissimo, c’erano Merckx, Gimondi, c’è n’erano veramente tanti.

Chi è il più forte di adesso, Cavendish, Kittel, Sagan…
Cavendish ha dato il meglio di sé stesso. Sagan mi piace molto. Kittel si concentra solo su alcune corse. Non è il massimo questo. Il ciclismo è cambiato, come chi fa forte nelle volate. Come ho detto prima quando correvo io eravamo in tanti a contenderci il successo.

Perchè non nascono più grandi velocisti in Italia?
Non è semplice che accada, non è facile che questo succeda sempre in ogni epoca del ciclismo.

A quale successo della sua carriera è più legato?
Alla vittoria del Mondiale naturalmente che ancora adesso ricordo, poi a ogni vittoria che ho fatto.

E la maglia iridata dove la conserva…
A Vicenza, la mia città, la città a cui sono legato fino in fondo. Una città fantastica. La maglia iridata la cosa più bella…

Franco Vittadini