Sarà un caso o forse no, ma lannuncio con il quale Novak Djokovic pone fine alla sua stagione con cinque mesi di anticipo arriva ad un anno esatto dallufficialità della lunga sosta che si era preso Roger Federer. 26 luglio 2016: lo svizzero rende noto che i problemi al ginocchio e la volontà di proseguire a lungo la carriera gli impediscono di terminare la stagione, con tanto di addio alle Olimpiadi. 26 luglio 2017: Djokovic conferma quanto detto pochissimo tempo fa dal medico della nazionale di Coppa Davis, ovvero che il suo anno è finito in anticipo. Coincidenza o meno, sembra incredibile: allora lo svizzero arrivava da un periodo nel quale, nonostante avesse giocato finali Slam e fosse tornato tra i primi al mondo, non era riuscito a scalzare Nole dalla leadership del tennis mondiale, dovendo anche fare i conti con i nuovi giovani in arrivo sul circuito. Dodici mesi dopo Djokovic dice stop – al momento – con mesi amari alle spalle, avendo anche constatato il grande ritorno sulla scena del tennis mondiale di quel Federer che sembrava essere arrivato alla fase calante della carriera. In più lascesa di Andy Murray e il nuovo vigore di Rafa Nadal: inutile e dannoso giocare a questi livelli con un infortunio al gomito che è sensibilmente peggiorato. La stessa e identica cosa che ha pensato Federer, non solo a luglio di un anno fa ma anche a maggio di questa stagione, quando ha dichiarato di voler saltare in toto gli impegni sulla terra rossa. Dodici mesi più tardi Federer ha vinto due Slam in più, ha trionfato a Wimbledon senza perdere un set ed è ancora il giocatore più forte al mondo; sarà lo stesso anche per il Djoker?
In attesa di risposta, Djokovic salterà gli Us Open e le Atp Finals, privando ancora una volta il Master di fine anno di un grande protagonista (il serbo ha vinto il torneo per quattro stagioni consecutive). Scivolato al numero 4 di un ranking Atp che aveva dominato per oltre due anni, Nole si concederà ora alla famiglia, che è diventata la priorità assoluta da quando è nato il primogenito; la sua ultima immagine su un campo da tennis rimane per il momento il ritiro dagli ottavi di Wimbledon, quando si è arreso al dolore al gomito prima che a Tomas Berdych. Naturalmente la grande speranza è che non sia anche lultimo ricordo di Djokovic come tennista; probabilmente no, perchè il serbo ha da poco compiuto 30 anni e ha un livello di gioco tale per cui anche una lunga inattività gli consentirebbe di rientrare ed essere ancora competitivo. Il problema sta negli stimoli: Djokovic ha giocato 51 Slam consecutivi e da quando è arrivato nel mondo dei professionisti non si è mai fermato. Spesso e volentieri è entrato in campo superando dolore e fastidi, come hanno fatto tanti altri big; se oggi sente il bisogno e la necessità di prendersi una pausa significa che può permetterselo, ma anche – appunto – che a differenza del passato perdere tornei e posizioni nella classifica non rappresenta un problema di prima grandezza. Dunque, auguri di pronta guarigione: la speranza è che con il 2018 possiamo tornare a vedere il miglior Djokovic, di cui il tennis maschile può avere ancora bisogno.