CALCIOMERCATO MILAN, BONUCCI E BIGLIA TORNANO A JUVENTUS E LAZIO? FIDEIUSSIONI SALTATE, CLAUSOLA DI FALLIMENTO E PALLOTTA ROSSONERO (ESCLUSIVA) IlSussidiario ha dato una spiegazione a un fatto di cui tutti parlavamo ma nessuno spiegava il perché: Leonardo Bonucci e Lucas Biglia non sono ad oggi (30 luglio 2017) due tesserati del Milan. Questo perché? Non per un problema burocratico ma per il semplice motivo che il club rossonero non ha ottenuto dalle banche le fideiussioni che servono per completare l’acquisto dei due calciatori. Abbiamo riferito, in esclusiva, che il Milan aveva avuto un secco no alla richiesta di prestito da una nota banca, con cui è nato poi uno scontro. La nostra fonte ci ha riferito che difficilmente altri istituti di credito italiani potranno concedere le fideiussioni al dg Fassone (LEGGI LA NOSTRA ESCLUSIVA). Che dal canto suo non ci ha mai smentiti ma si è premurato di tranquillizzare i tifosi sul fatto che le operazioni Bonucci e Biglia verranno chiuse entro l’11 agosto. E noi, abbiamo pure commentato che siamo certi che la promessa del dirigente rossonero verrà mantenuta. Abbiamo anche spiegato come questo accadrà: attraverso un bond emesso a Vienna e sottoscritto dal fondo Elliot, lo stesso che ha prestato ai nuovi proprietari del Milan 300 milioni a un tasso molto elevato.



Come vedete in modo sintetico e a prova di stupido abbiamo ripercorso i passaggi della nostra esclusiva. E lo dico per rispondere a quei tifosi (se si possono definire tali) che in questi giorni ci hanno attaccato accusandoci di dare bufale, di essere inattendibili e ci hanno minacciato chiedendo la rimozione dell’articolo. A questi signori rifaccio presente che nemmeno il Milan ci ha smentiti ma ha precisato che sistemerà questa spiacevole situazione. Tecnicamente, se ciò non avvenisse, Bonucci e Biglia tornerebbero rispettivamente alla Juventus e alla Lazio. Uno scenario da scongiurare, e che non converrebbe a nessuno, ma che ad oggi è assolutamente ipotizzabile. E noi come giornale vi terremo informati e vigileremo sulla situazione fino all’appuntamento dell’11 agosto indicato dal dg Fassone.



Come mai invece giornali e Tv non hanno detto nulla sul fatto che Bonucci e Biglia non sono ancora stati tesserati dal Milan? Senza essere giornalisti chiunque capisce che questa è una notizia che va approfondita e spiegata ai lettori. E invece nulla. Silenzio. Il Milan che sta in piedi grazie a un prestito, spende e spande, aumenta di 35 milioni il tetto ingaggi (e pare non sia finita qui la faraonica campagna acquisti), e nessuno che alza il dito e si chiede come questo sia possibile? Come facciano a stare in piedi. Questo caso varrebbe una bella inchiesta giornalistica, ma forse sarebbe troppo scomoda, darebbe fastidio a qualcuno. 



La cosa è giornalisticamente inquietante. Come è altrettanto scioccante il fatto che tutti parlino di Milan cinese quando i capitali in gioco arrivano dalle Isole Vergini e da Elliot, un fondo americano. Di cinese questo Milan ha ben poco, solo un chiacchieratissimo Li Yonghong  presidente, che nessuno sa cosa faccia realmente di mestiere. E se abbia qualche soldo. Con molta probabilità il signor Li Yonghong lo avrò pure incontrato una qualche mattina in via Sarpi. 

Parla solo il presidente della Roma (tre giorni dopo la nostra esclusiva) e lo fa da una radio americana. I titoloni di siti e tv italiane hanno tradotto un po’ troppo liberamente quanto detto da James Pallotta. Che si è limitato a chiedersi furbescamente come faccia il Milan a spendere certe cifre soprattutto perché non ha tutti quei soldi che sta impegnando nelle varie trattative. Pallotta conosce ed è amico del fondo che ha prestato i 300 milioni al Milan e che presto ne diverrà il vero proprietario. Una uscita sgangherata a cui ha risposto Fassone in modo imbarazzato: si è detto disponibile a confrontare i bilanci del Milan con quelli della Roma e ha spiegato che “purtroppo la Roma è quotata in Borsa” e il Milan no. Tradotto significa che i giallorossi hanno obblighi di trasparenza nella gestione dei bilanci, lui come amministratore del Milan no. Quindi? Non facciamo dietrologia e lasciamo cadere questa grave affermazione del dg milanista.

Che ha parlato di “imprecisioni” da parte di Pallotta, non di falsità. Dal canto suo, il presidente giallorosso ha chiuso la diatriba scusandosi per le “imprecisioni” e augurando le migliori fortune al Milan. Possibile che uno scazzottamento simile tra due big del nostro calcio non abbia guadagnato l’apertura di nessun quotidiano sportivo nazionale? Anche a questo silenzio non riusciamo a dare una spiegazione. Sta di fatto che quel furbetto di Pallotta ha ottenuto due obiettivi minimi: ha messo pressione all’Uefa che ha il compito di vigilare sui conti delle società e sul loro operato, e ha acceso i riflettori sul Milan che, nonostante l’omertà dei giornaloni, da ieri non potrà più muoversi sul calciomercato con la stessa leggerezza e baldanza degli ultimi due mesi.

C’è anche una terza suggestione che avrebbe del clamoroso: il fondo Elliot ha inserito una “clausola fallimento” per tutelarsi qualora i “cinesi” non riescano a restituire il prestito agli americani. A quel punto, se ciò si verificasse, il Milan passerebbe definitivamente nelle mani del fondo che potrebbe affidarlo all’amico Pallotta che ha minacciato di abbandonare la Roma se non gli faranno costruire lo stadio. A quel punto potrebbe accettare l’offerta di Elliot di prendere il Milan e di valorizzarlo. Vedremo… 

Facciamo notare che dopo le operazioni Bonucci e Biglia, il Milan si è fermato e non ha più chiuso altri affari. Ha congelato i grandi colpi che aveva in canna Aubameyang, Diego Costa, Belotti. Di colpo nessun giornale ne parla più. Una pausa di riflessione, dicono. Aspettiamo di vedere quale sarà l’ultima grande pensata. Ma siamo certi di una cosa. Che da oggi (dalla nostra esclusiva) nulla sarà più come prima.