Quando si dice dalle stelle alle stalle: è successo a Daniil Medvedev, russo di 21 anni che per la prima volta si presentava al tabellone principale di Wimbledon. Lunedì lemergente tennista saliva agli onori delle cronache per la straordinaria vittoria contro Stan Wawrinka; oggi lopinione pubblica ne chiede – metaforicamente, sia chiaro – la testa. Il motivo? Il clamoroso gesto compiuto al termine del match contro il belga Ruben Bemelmans. Match che Medvedev ha perso al quinto set: 4-6 2-6 6-3 6-2 3-6. Il russo, sotto di due set, aveva rimontato lo svantaggio e nel quinto parziale si era portato in vantaggio per 2-0; da lì però ha subito il controparziale del belga che lo ha eliminato. A quel punto Medvedev si è avvicinato alla rete e ha sportivamente fatto i complimenti allavversario; ha anche stretto la mano allarbitro (Mariana Alves) ma poi straordinario autocontrollo ha preso il portafogli dalla borsa, ne ha estratto due monete e le ha gettate sotto la sedia del giudice. Gesto fin troppo eloquente, internazionale e che non ha bisogno di traduzione alcuna. Vale comunque la pena citare che le discussioni tra Medvedev e la Alves erano iniziate già nel corso del match: il russo, come un novello Nastase o una replica di McEnroe, aveva chiesto che il giudice di sedia fosse rimosso dalla sua posizione. Davanti al rifiuto del supervisore, il tennista aveva commentato con un sembra di essere in un film horror! che si commenta da solo, esattamente come lepisodio delle monete.
La vicenda si pone in aperto contrasto con le dichiarazioni di Bernard Tomic, sconfitto ieri al primo turno da Mischa Zverev: dopo la pessima prestazione, laustraliano ha commentato con parole che difficilmente verranno dimenticate. Ha parlato in buona sostanza di noia, di stimoli mancanti, di motivazioni assenti e di un lavoro che porta avanti unicamente per i soldi. E il mio ottavo-nono Wimbledon e credo di non rispettare abbastanza questo sport ha detto Tomic, negli anni delladolescenza considerato come una grande promessa del tennis mondiale. E ancora: Per oggi vincere un torneo non mi soddisfa più: vincere un trofeo o perdere al primo turno? Non me ne frega niente, è tutto uguale. Nel discorso ha tirato in mezzo anche il connazionale Nick Kyrgios (che in effetti sul campo dà a volte la sensazione di essere altrove con la testa); da capire cosa ne pensi il buon Nick (ritiratosi nel corso del primo turno a questo Wimbledon) che se non altro qualche risultato in più lo ha fatto. In ogni caso Medvedev e Tomic sono due facce della stessa medaglia: quella dellottimo giocatore che non arriva a vincere i grandi titoli. Da una parte una competitività eccessiva che toglie la lucidità nei momenti decisivi; dallaltra – e non è il solo caso di Tomic, che pure estremizza ed esplicita lassunto – laccontentarsi di giocare qualche buon match e mettere da parte un po di denaro. La stessa cosa: lapprocciare il proprio lavoro in maniera sbagliata o superficiale.