Impresa di Fabio Aru nella quinta tappa del Tour de France, prima con arrivo in salita, che portava i corridori da Vittel a La Planche des Belles Filles. A circa 2400 metri dal traguardo il corridore sardo è partito, lasciandosi dietro i suoi avversari, sorpresi della sua azione molto decisa. Alla fine il capitano dell’Astana vince con 16 secondi sull’irlandese Daniel Martin, mentre Chris Froome arriva a 20 secondi, insieme a Richie Porte. Più attardati Bardet, Contador, Quintana e la ex maglia gialla Geraint Thomas a 40 secondi. Ora Aru è terzo in classifica generale a 14 secondi da Froome. Domani sesta tappa Vesoul-Troyes, probabilmente per velocisti, in attesa che il Tour fornisca altre tappe di questo tipo, con Aru magari ancora protagonista. Per commentare la quinta tappa del Tour abbiamo sentito l’ex ciclista Gianbattista Baronchelli. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Si aspettava questo successo di Aru? No, è stata una sorpresa e devo dire che Aru ha fatto veramente una grande impresa. Così ha già dato un senso al suo Tour. Un po’ di rammarico c’è, perché col grande caldo che c’è stato quest’anno poteva fare un Giro fantastico…

Qual è stato il segreto della sua vittoria? Ha saputo partire al momento giusto, anche se devo dire che forse, se aspettava ancora un attimo, avrebbe potuto guadagnare ancora di più in classifica. E’ stato molto bravo.



Cosa dovrà fare Aru per vincere il Tour? Stare in attesa, come fa chi vuole vincere il Tour. Purtroppo a cronometro Aru paga nei confronti di Froome, dovrà guadagnare di più in montagna. In ogni caso non si sa cosa potrà succedere…

E’ lui l’avversario numero uno di Froome? Direi che lui e Quintana saranno i due principali avversari di Froome.

Come ha visto il britannico? Ha dimostrato di essere in condizione, è lui il favorito del Tour. Si è preparato bene per il Tour, al solito modo. Un po’ come faceva Armstrong che vinceva Tour a ripetizione, anche se purtroppo si serviva del doping per trionfare alla corsa francese. Froome è il più forte, dovrebbe vincere; noi tifiamo per Aru, può sempre succedere di tutto nel ciclismo.



E Geraint Thomas come l’ha visto? Ha tenuto, ma non credo possa fare cose eccezionali al Tour. Il suo compito è fare da gregario a Froome.

Cosa pensa di Daniel Martin? Potrebbe fare molto bene in questo Tour.

Il suo giudizio su Bardet e Porte? Non credo molto che possano essere puntare al successo al Tour, i principali avversari di Froome saranno appunto Aru e Quintana.

Come giudica invece la squalifica di Sagan? Devo dire che il Tour vive molto sugli sponsor e sullo spettacolo. Io non avrei mai squalificato Sagan, non mi è sembrata una cosa giusta.

Lei ha corso con Hinault, più forte il campione francese o Froome? Senza dubbio Hinault: è vero che il ciclismo è cambiato ma Hinault vinceva dappertutto, nelle corse a tappe e in quelle in linea. Ha vinto anche la Roubaix, gli è mancata solo la Sanremo. Nel dopoguerra dopo Merckx metto Hinault…

Baronchelli come ricorda invece la sua carriera? Ho fatto cose importanti e se sono ricordato ancora adesso mi fa molto piacere. Al Mondiale 1980 potevo farci poco con Hinault. Semmai quello di Praga, dove Mertens vinse su Saronni e gli italiani mi vennero a prendere… Ho vinto due Giri di Lombardia, due secondi posti al Giro nel 1974 e nel 1978, un terzo nel 1977. Tanti successi di rilievo…

Cosa le mancava? Mancavo di concentrazione, soffrivo il caldo. Al Tour sono andato due volte ma non è stata un’esperienza positiva. Bisogna accontentarsi. (Franco Vittadini)