Usain Bolt e Justin Gatlin: una rivalità lunga 15 anni che però oggi, dopo la vittoria clamorosa dellamericano ieri nella finale 100m, viene messa in completa discussione nientemeno dal numero 1 della IAAF Sebastian Coe, la federazione mondiale di Atletica (come fosse Infantino della Fifa per il calcio, ndr). Sentite come commenta la sconfitta di Bolt: «Non e’ stata scritta la fine migliore: non sono entusiasta che a vincere il mondiale dei 100 nel giorno dell’addio alle piste di Usain Bolt sia stato un velocista per due volte squalificato per doping. Boom. La bomba lanciata dal capo dellatletica mondiale fa male e avrà di sicuro ripercussioni assai importanti nello stesso mondo sportivo in pieno Mondiale di Londra: «Certo, Gatlin ha tutto il diritto di gareggiare – ha detto alla BBC poche ore fa il due volte campione olimpico dei 1.500 – Mi aspettavo un Bolt vincente, dalle dichiarazioni della vigilia. E’ una gara che rimarra’ nella sua carriera, e il copione non e’ stato quello perfetto: deve essere stato amaro per Bolt. Si attende la replica di Gatlin che certamente non avrà gradito lattacco sfrontato di Coe.
USAIN BOLT: FINALE 100METRI MONDIALI ATLETICA, VIDEO HIGHLIGHTS E COMMENTI
GATLIN: NON SONO UN BAD BOY
Ha vinto Bolt praticamente sempre sulle piste di atletica, tranne due volte: e in quelle due volte, nel 2013 al Golden Gala e ieri nella finale dei Mondiali di Londra, è sempre Justin Gatlin (cinque anni in più di Bolt, ma fermo per quattro anni per squalifica doping, ndr) ad aver vinto la sfida impossibile. Un umano, pur fortissimo, che batte un alieno dei 100 metri: Justin non ci crede e negli attimi dopo la finale più incredibile della storia, festeggia incredulo «onfinato in ottava corsia – racconta la gara lo statunitense non ho avuto lesatta percezione di come stesse andando. Senza riferimenti precisi, ho pensato solo a me stesso. E ho centrato un successo per il quale lavoro da anni. Anche in questa stagione ho dovuto fare i conti con gli infortuni, mi sono dovuto fermare prima in aprile e poi in maggio. A maggior ragione aver battuto Usain è un onore: mi ha insegnato a essere un atleta migliore e un uomo migliore. Ho enorme rispetto per lui. Lo stadio lo ha fischiato doppiamente: sia per il passato di doping che lo pone spesso tra i più odiati dellatletica e sia perché ha rovinato la festa dellultima gara in carriera del fenomeno giamaicano. «è brutto che quelli per me siano più fragorosi di quelli riservati ad altri che hanno subito squalifiche. Da quando sono tornato è la prima volta che mi capita una situazione del genere. E dire che la rivalità con Usain è sempre stata sana e positiva. Chi tifa per lui, non deve odiare me. Ho pagato il mio prezzo, ho scontato la mia pena. Ma evidentemente la società tratta così chi ha commesso errori. Non sono affatto un cattivo ragazzo: quella è unetichetta che qualcuno ha voluto appiccicarmi addosso, spiega il bad boy con loro al collo e con immensa reverenza per Bolt a cui devo tutto, è grazie a lui che riesco sempre a migliorarmi.
LA DELUSIONE E LA STORIA
La Storia, la delusione e Usain Bolt: tre termini che nella sera di Londra ieri hanno illuminato e colpito limmaginario mondiale davanti alla sconfitta più pesante del re dei 100 metri. Del campione fino a ieri imbattibile. Del velocista e del personaggio sportivo planetario tra i più forti di sempre, se non il più forte. La delusione perché ha perso, anzi ha straperso per uno come lui: una medaglia di bronzo che vale come un pugno in faccia mentre si pregustava il sogno del ritiro con loro al collo, da imbattibile. Ma non è bastata la sua ultima cavalcata verso la Storia: battuto da Gatlin e da Coleman, gli Stati Uniti e uniti contro il giamaicano, battendolo per la prima volta nella storia. Ecco, se ci mettiamo la S maiuscola però comprendiamo come quelluomo lì, Usain Bolt, sarà tuttaltro che dimenticato o de-mitizzato; quello che ha fatto, lamore per lo sport dellAtletica che ha suscitato in questi anni di carriera e tutte le vittorie non potranno essere dimenticati. Eppure un bronzo pare poter cancellare tutto: non è questione di retorica, ma di vita umana vissuta. La sconfitta fa parte della vita delluomo, del campione e del super-uomo che ha quasi sempre dimostrato di essere. Ma per essere ricordato nella Storia non serve limbattibilità: serve lamore e leffetto che il mondo intera continuerà a provare anche solo sentendo il nome di Bolt. Per lui forse il vero e legittimo lascito con cui chiudere in santa pace.
PEL, NESSUNO COME USAIN
«Sono deluso, mi aspettavo di vincere ma sono partito ancora male, poi ci ho provato ma non sono andato come volevo. Se ho cambiato idea dopo questa sconfitta? No, ho deciso, mi ritiro e dico grazie a tutti: ha detto così Usain Bolt appena finita la finale dei 100 metri ai Mondiali di Atletica in corso a Londra. Qui sotto il video con gli highlights della finalissima fanno capire tutta la delusione del re Usain Bolt. Gatlin e Coleman, oro e argento americano, che battono il loro mito. La sconfitta, addirittura contro uno 35enne, fa male: «apevo dentro di me – dice ancora Bolt alla stampa – che se non fossi partito bene non avrei avuto la possibilità di rimanere attaccato agli altri. Ma ho capito subito di non aver fatto una buona partenza. Gatlin? E’ un grande avversario, e un lottatore. Dà sempre il massimo, io lo so bene, e ci è riuscito anche questa sera. Eppure per il pubblico e per il mondo dello sport lui è come se avesse vinto: «Lho sempre ammirato molto sarà difficile ritrovare un altro come lui nello sport, raconta uno shoccato Pelè, che di leggenda però se ne intende. Un altro mostro dellatletica come Sergej Bubka, campionissimo del salto con lalta, racconta: «Si è dimostrato un grande campione fin da subito, un atleta molto amato e rispettato dai suoi stessi colleghi.