Il massacro del giorno di San Valentino: così venne definito l’incontro tra Jake LaMotta, il leggendario Toro Scatenato, e Sugar Ray Robinson. L’avversario di sempre si trasformò in giustiziere: continuava a martoriare il volto dell’avversario di colpi, mentre il pubblico implorava la sospensione del match. L’arbitro finalmente diede lo stop, ma Jake, nonostante non fosse più campione del mondo dei pesi medi dopo quella sfida, si avvicinò all’avversario e gli sussurrò: «Neanche stavolta mi hai buttato giù…. Delle sei sfide leggendarie con Sugar Ray Robinson ne vinse solo una, ma amava scherzare sulla brutalità del suo avversario. «C’è tanta violenza nel mondo, e molta di questa l’ha perpretata Sugar Ray su di me…, una battuta che diventò celebre e nella quale c’è tutto Jake LaMotta, un uomo a chi la vita non ha regalato proprio nulla. La sua strada era segnata: poteva diventare un criminale o un pugile, non c’erano alternative all’epoca nel Bronx. (agg. di Silvana Palazzo)
TORO SCATENATO MORTO
Jake LaMotta è morto: la leggenda della boxe è deceduta in casa all’età di 95 anni. Ad annunciarlo la moglie Denise Baker, che ha voluto condividere il suo dolore con i fan del pugile: «Voglio solo che la gente lo sappia. Era un grande uomo, dolce e sensibile, forte, con un grande senso dell’umorismo, ha dichiarato a TMZ. Pare che Jake LaMotta sia morto a causa delle complicazioni legate ad una polmonite. La sua vita è stata a dir poco turbolenta: Denise era la sua settima moglie. Inoltre, aveva sofferto per la morte di due figli, Jake e Joseph, morti rispettivamente a causa del cancro e di un incidente aereo. All’anagrafe Giacobbe LaMotta, era chiamato il Toro del Bronx e Toro scatenato: la sua storia venne raccontata nel film “Raging Bull” di Martin Scorsese, nel quale fu Robert De Niro a interpretare il campione mondiale di pesi medi. L’uomo ha avuto una carriera incredibile, cominciata dopo che venne respinto dal servizio militare a causa di un problema medico. Noto per lo stile “ruvido” nei combattimenti, è stato celebre anche per la rivalità con Sugar Ray Robinson.
UNA VITA TURBOLENTA
La storia di Jake LaMotta è una delle tante che la boxe ha prestato a Hollywood. Il pugile non fu né il più forte, né il più tecnico o veloce, bensì il più coraggioso. Figlio di un emigrante siciliano, incarnava la voglia di riscatto degli italo-americani nel Bronx. Il padre era originario di Messina, la madre invece era ebrea. Jake era un ragazzo inquieto: una volta raccontò di aver aggredito un allibratore con un tubo di metallo lasciandolo agonizzante a terra. Per anni pensò di averlo ammazzato, poi lo incontrò nel suo camerino il giorno in cui diventò campione del mondo. Il doppio confronto con Ray Sugar Robinson rappresentò la svolta alla sua carriera. Sui suoi match aleggiò spesso l’ombra delle combine: un’inchiesta lo giudicò colpevole, tanto che gli venne ritirata la licenza. Ma quando tornò a combattere ritrovò la vittoria. Finì anche in prigione per una denuncia di violenza ad una minorenne. Una volta disse: «Sono stato fortunato perchè sopra il ring non mi sono mai fatto male, e perchè tante donne mi hanno voluto bene.