Massimiliano Allegri e la Nazionale di Calcio Italiana. Il binomio stuzzica senza ombra di dubbio gli italiani che, lo sappiamo, sono un po’ tutti CT per natura. Dopo la grande era Lippi, il buon operato di Prandelli e la fiammata di Conte (che con una squadra modesta a sua disposizione è comunque riuscito a fare grandi cose), ecco che la Nazionale sta vivendo l’era Ventura. Un momento non proprio entusiasmante, il nostro, visti gli ultimi risultati non imprescindibili. E’ in un contesto del genere che si inserisce Massimiliano Allegri che ha apertamente dichiarato il suo interesse nelle vesti di Commissario Tecnico della Nazionale Azzurra. ‘Tra cinque o sei anni potrei anche smettere di essere un allenatore di calcio’ – ha detto candidamente il toscano – ‘ma prima vorrei allenare la Nazionale’. Un’apertura concreta, la sua, che fa sognare milioni di italiani già da ora. Riproporre lo stile Juve in Nazionale sarebbe davvero fantastico: porterebbe quella voglia di vincere, assieme alla cattiveria agonistica e alla concretezza che al momento manca. Un sogno impossibile da coltivare?



MAX ALLEGRI: ‘SONO UN ALLENATORE NATURALE’

Dopo le dichiarazioni-bomba sulla Nazionale di calcio italiana (ma, in fondo, a chi non piacerebbe dirigere gli Azzurri?), Massimiliano Allegri si è soffermato sul suo ruolo di allenatore. Un ruolo vincente e consolidato il suo, non c’è alcun dubbio, dato che lo ha portato a vincere sia nelle vesti di allenatore rossonero, ai tempi del Milan, sia in quelle di tecnico bianconero, con la Juventus. Certo, a Torino, Allegri non è ancora riuscito a portare a casa la tanto agognata Champions League, ma non è certo demerito suo. Anzi. Lui, il toscano che si è autodefinito un ‘allenatore naturale’, uno di quelli che ‘non sta a guardare ore ed ore i filmati sennò non ci capisco più niente’, al contrario di chi è meticoloso e perfezionista al massimo. Quelli, secondo l’Allegri-pensiero, sono i cosiddetti ‘allenatori costruiti’, di cui lui non fa assolutamente parte. Il toscano ha dichiarato che ‘gli bastano dieci minuti per capire una partita’ e che spesso gli addetti ai lavori (i giornalisti?) ‘fanno il calcio più complicato di quello che è’. Perché il gioco del pallone, in fondo, è una cosa semplice…



LA GIOVENTU’

Massimiliano Allegri ha trovato nel calcio la sua affermazione personale: fama, ricchezza, prestigio. A tutt’oggi è riconosciuto come uno degli allenatori più bravi del pianeta, nonché uno dei più pagati, e non a torto: le sue squadre portano risultati, inutile negarlo. Il Milan e la Juventus sono stati l’apice della carriera di questo grande tecnico che, in passato, era stato un modesto calciatore professionista. Eppure le cose non dovevano andare così: Massimiliano Allegri non era destinato al calcio ma, anzi, alla dura vita del porto. Perché il padre lavorava al porto e il suo destino era segnato, per così dire. Lo stesso Allegri racconta che era stato in processo di prendere tutte le patenti necessarie alla vita portuale perché quella doveva essere la sua vita. Ma il destino, si sa, spesso gioca brutti scherzi ed ecco che invece del porto è stato il calcio a fare le sue fortune. Perché la vita può cambiare in un secondo, e questo si sa, portandoci in strade sterrate e in posti che non avremmo mai immaginato di visitare. Pensate ad Allegri: dal possibile lavoro in porto alla panchina della Nazionale Italiana.

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