Il “ritorno di Tavecchio” come consigliere di Lega sta seminando parecchio malcontento tra chi predicava un rinnovamento totale ai vertici dopo la bruciante eliminazione dell’Italia ai Mondiali. Il “vecchio” riciclato sembra invece dietro l’angolo, ma l’elezione di Tavecchio permetterebbe di mettere a posto diversi tasselli nel Consiglio Federale. Visto che come Consiglieri di Lega sarebbero eletti il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e l’amministratore delegato del Milan, Fassone. L’accordo con Cairo potrebbe aprire le porte anche all’elezione del presidente FIGC del 29 gennaio con un accordo condiviso da più parti: come il presidente del Torino si era infatti opposto ad un’ascesa di Lotito alla presidenza federale, aver accordato il suo rientro in Consiglio sembra poter essere il preludio a quelle grandi intese che potrebbero portare Sibilia ai vertici del calcio italiano nelle elezioni del prossimo 29 gennaio. (agg. di Fabio Belli)
LA TRAMA DI URBANO CAIRO
Carlo Tavecchio l’inaffondabile. Il simbolo del Gattopardo, del concetto per cui tutto cambia affinché nulla cambi. Perché è lui incredibilmente, ma forse anche inesorabilmente, il candidato numero uno per assumere la presidenza della Lega Calcio, commissariata da 9 mesi e in procinto di darsi una nuova guida. Tavecchio, l’uomo che a novembre sembrava costretto all’esilio, un po’ come Ventura, è invece tornato alla carica, deciso a non chiudere da sconfitto la sua esperienza ai vertici del calcio italiano. Se l’operazione andrà in porto, come sembra stando anche alla ricostruzione de La Repubblica, Tavecchio dovrà dire grazie soprattutto a due persone: il presidente del Torino Urbano Cairo, vero regista della strategia che dovrebbe portare Tavecchio alla guida della Lega, e Claudio Lotito, che avrebbe messo da parte la freddezza degli ultimi tempi con il Ta-vecchio amico per scongiurare l’arrivo di un nuovo commissario. Insomma, comunque la si pensi, non un bel viatico per il nostro calcio: il pallone, infatti, sembra venire dopo le poltrone.
LE LARGHE INTESE
Ma chi c’è dietro Tavecchio? Chi appoggerebbe l’ex numero uno della Federcalcio mettendolo alla guida della Lega di Serie A? I cosiddetti poteri forti sembrano esserci più o meno tutti. Fulvio Bianchi, su Repubblica, ipotizza un governo del calcio così composto:Tavecchio presidente di Lega, Tebas ad, Lotito e Fassone consiglieri federali, Marotta, Giulini, Percassi, Romei e Lotito consiglieri di Lega. Ed è proprio quello dell’amministratore delegato uno degli ultimi nodi da sciogliere. Tebas è il prescelto di Cairo, il numero 1 della Liga che a dire il vero nei confronti del nostro movimento non è stato molto amichevole quando si è trattato, durante le riunioni nelle Leghe Europee, di perorare la causa dei quattro club italiani in Champions. In più c’è la questione legata ai diritti tv visto che Mediapro ha formulato un’offerta come intermediario per il nostro campionato e l’azienda è legata a Tebas e ai diritti tv spagnoli. Un intrico da cui difficilmente si viene fuori. Ma il Gattopardo è sempre dietro l’angolo. Tavecchio è un politico del calcio esperto. Ha saputo risorgere quando lo davano per morto. Magari insegna come fare anche al calcio italiano…