Nessun turno a porte chiuso, e solo una multa per la Lazio dopo il famoso caso dello scorso ottobre circa gli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma. La procura ha fatto ricorso contro la decisione, ritenuta troppo leggera, e in attesa di una nuova eventuale sentenza, è intervenuto lavvocato della società biancoceleste, Gentile. Parlando ai microfoni de LaLazioSiamoNoi.it, ha ammesso la propria soddisfazione per la decisione presa: «Questa è una sentenza positiva per la Lazio, visto che dà uninterpretazione più equa della responsabilità oggettiva. Noi abbiamo fatto presente che il numero dei responsabili del fatto era estremamente esiguo, che avevamo osservato tutte le prescrizioni date dal GOS per quanto riguardava i controlli e le misure di sicurezza, che gli steward non hanno la facoltà di perquisire le persone. Poi il legale ha proseguito: «La Lazio è soddisfatta ed è una decisione che riguarda tutto lambiente del calcio, non si tratta di un problema che riguarda solo i biancocelesti. Si tratta di una decisione molto innovativa che ha cambiato linterpretazione di anni e anni dei principi della responsabilità oggettiva, è una cosa importante dal punto di vista giuridico. Per quanto riguarda il ricorso della procura, invece, lavvocato ha spiegato che non è ancora stato comunicato in via ufficiale, e una volta che ciò avverrà si muoveranno di conseguenza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro).
50 MILA EURO DI MULTA ALLA LAZIO
Il Tribunale della Figc ha punito con 50 mila euro di multa la Lazio per insulti antisemiti. La notizia è stata lanciata dall’Ansa, secondo cui non è stata accolta in pieno la richiesta del procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro. Questi aveva chiesto anche due turni a porte chiuse in merito alla vicenda degli adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma affissi in curva sud dagli ultras biancocelesti. Il Tribunale federale, presieduto da Cesare Mastrocola, ha sanzionato invece il club solo con la pena pecuniaria. Nel dispositivo della decisione si riconosce alla Lazio di aver «posto in essere tutte le misure idonee e previste dalle normative vigenti per garantire efficaci misure di controllo. Inoltre è stata accolta un’eccezione della difesa, cioè che «gli adesivi introdotti all’interno dello stadio erano di dimensioni talmente ridotte che, anche usando una particolare diligenza, sarebbero facilmente sfuggiti ai controlli degli addetti di sicurezza che, come è stato correttamente osservato, non possono neanche effettuare perquisizioni corporali nei confronti degli spettatori. Il tribunale ritiene dunque che la Lazio non potesse impedire l’introduzione degli adesivi, quindi che non ci siano i presupposti per infliggere la sanzione della disputa di due giornate a porte chiuse.
CASO ANNA FRANK: PROCURA FIGC RICORRE
Niente partite a porte chiuse: la Lazio se la cava con una multa di 50 mila euro per il caso degli adesivi con l’effige di Anna Frank con la maglia della Roma che vennero affissi in curva sud dagli ultras biancocelesti. Lo ha deciso il Tribunale Federale Nazionale, che ha accolto parzialmente il deferimento del Procuratore Federale, spiegando che la chiusura dello stadio penalizzerebbe la quasi totalità della tifoseria laziale «per il becero comportamento di soli venti persone. Inoltre, questa sanzione sarebbe penalizzante per la tifoseria sana e potrebbe spingere i pochi pseudo tifosi a «portare al compimento di ulteriori atti emulativi con la consapevolezza di condizionare un’intera tifoseria. La Procura federale, come riportato da Rai Sport, è pronta a fare ricorso contro la sentenza relativa a quanto accaduto lo scorso 22 ottobre in occasione della partita casalinga con il Cagliari valevole per il campionato di Serie A.