Che batosta per la IAAF! Una sentenza come quella del Tribunale di Bolzano di per sé meriterebbe le dimissioni immediate di Thomas Capdevielle , il manager antidoping della Federazione Internazionale di Atletica , che ha difeso per anni lindifendibile, cioè un medico Giuseppe Fischetto reo di favoreggiamento al doping e che ora si ritrova sul groppone una condanna superiore del 20% ai mesi di detenzione richiesti in arringa dal Pubblico Ministero.



Il dottor Giuseppe Fischetto era il responsabile della IAAF dei controlli antidoping in gara e quando a inizio settembre 2014 il Tribunale di Bolzano lo rinviò a giudizio dopo le denunce di Alex Schwazer, non solo Capdevielle lo mantenne nel suo ruolo ma addirittura lasciò che coordinasse i controlli antidoping durante i Mondiali di marcia a Roma 2016 che segnarono il ritorno allattività agonistica di Schwazer dopo la fine della sua squalifica. Se non altro gli italiani della FIDAL fecero pressione perché sia lui che laltro medico ora condannato, PierLuigi Fiorella, si autosospendessero dai loro incarichi federali come poi avvenne, anche se poi una intervista della maratoneta Straneo dopo le Olimpiadi di Rio scoperchiò il fatto che Fiorella avesse continuato ad esercitare la sua professione di medico sportivo presso atleti FIDAL.



Invece il dottor Fischetto non solo continuò a svolgere il suo ruolo nella IAAF, coperto da Capdevielle, ma ricorse durante il processo alle testimonianze a suo favore di due dipendenti (Jane Boulter Davies e Yves Garnier) del dipartimento di Capdevielle, che in quel momento erano sospesi dalla Commisione etica della IAAF. Anzi lo stesso Thomas Capdevielle si presentò in dibattimento a Bolzano come teste a favore di Fischetto. Insomma in quel ruolo Capdevielle non è più credibile.

A tale proposito vanno pure segnalate le parole di Sandro Donati, smascheratore (con due mail alla WADA) nel 2012 del doping di Schwazer e poi dal 2015 suo allenatore per aiutarlo nel riscatto morale e sportivo: Unora dopo la deposizione di Schwazer al processo di Bolzano (15-12-2015) in cui latleta confermava le accuse ai due medici, partì dalla IAAF lordine del controllo antidoping del 1 gennaio 2016 che portò alla positività e squalifica del marciatore. E – come chi scrive denunciò a suo tempo in TV – la responsabile del controllo antidoping fuori competizione in carica in quel momento era proprio Jane Boulter Davies, gerarchicamente subalterna a Capdevielle