Antonio Cassano ha fatto discutere molto per le sue parole sul suo passato sofferente e il dispiacere di non aver sfruttato l’occasione Real Madrid. Il talento di Bari Vecchia ha vissuto anche un rapporto piuttosto introverso con la maglia della Nazionale italiana che ha vestito 39 volte, mettendo a segno 10 reti. Il suo debutto arriva nel novembre del 2003 in un’amichevole persa dagli azzurri a Varsavia 3-1 contro la Polonia in cui Antonio Cassano segna anche. Il debutto ufficiale invece arriva nell’Europeo del 2004 che vide la squadra di Giovanni Trapattoni uscire al girone di qualificazione a causa del famoso biscotto tra Svezia e Danimarca. Antonio Cassano fu protagonista anche della vittoria contro la Bulgaria, con la sua rete nel finale che fu condita prima dalla gioia di aver segnato e poi dalle lacrime per aver scoperto dalla panchina il risultato che arrivava dagli altri campi. Proprio per i suoi alti e bassi Cassano ha perso l’occasione di vincere il Mondiale nell’estate del 2006, con Lippi che non lo portò in Gemrania. Il ritorno in Nazionale è legato a un altro europeo, quello del 2008 dove gli azzurri escono ai quarti contro la Spagna poi campione a causa dei calci di rigore. Continua l’azzurro a intermittenza che gli fa saltare i Mondiali del 2010 in Sudafrica, ma gli permette di vivere da protagonista il secondo posto a Euro 2012. Ai Mondiali del 2014 arriva la sua ultima presenza con appena due ingressi contro Costa Rica e Uruguay senza riuscire a incidere. (agg. di Matteo Fantozzi)



“FINO A 17 ANNI HO SOFFERTO LA FAME”

Antonio Cassano a tutto tondo: il fantasista barese, protagonista di unestate travagliata – prima la firma con il Verona, poi i due ripensamenti e laddio agli scaligeri e al calcio giocato – si è raccontato a Canal Plus e allex compagno di squadra Olivier Dacourt, che con lui ha giocato nella Roma. Unintervista speciale quella di FantAntonio, che si è soffermato in particolare sulla sua infanzia e adolescenza raccontando particolari che non erano troppo noti: Ho fatto la fame fino a 17 anni, nel vero senso della parola ha detto Cassano, ricordando come la madre non lavorasse e la famiglia guadagnasse circa 4 mila lire al giorno. Dovevamo mangiare con quelle ha spiegato il barese, che ha anche svelato in che modo provava a guadagnare di più: ovviamente con il calcio, che è sempre stata la mia grande occasione. Per Cassano giocare in strada era innanzitutto unopportunità: Dicevo ai ragazzi più grandi di scegliere me, io li avrei fatti vincere e avrei guadagnato qualcosina. Fantantonio racconta che allepoca vivacchiava, ma in realtà quello stile di vita gli ha fatto superare un periodo difficilissimo; la svolta è arrivata in quel Bari-Inter 2-1, vittoria pugliese e gol da cineteca di un allora diciassettenne Cassano. Era la partita che poteva cambiare la mia vita: farmi diventare ricco, famoso e anche bello perchè il calcio fa diventare tutti belli. Così di fatto è andata: la chiamata nella Roma e poi le altre avventure, dalla Sampdoria al Parma passando ovviamente per la Nazionale.



IL REAL MADRID

Tra queste, anche la grandissima occasione: il Real Madrid, che lo chiama nel gennaio 2006. Cassano ha 23 anni, è ancora allinizio della carriera e può diventare un grandissimo; chiuderà dopo un anno e mezzo con 29 apparizioni e 4 gol. Avrei potuto restare a lungo, vincere molto e fare la storia dice oggi: quello che è successo è che, come racconta, Cassano ha seguito gli istinti. Dovevo sostituire Figo e Owen: ero un grande giocatore e ho incontrato Zidane e Ronaldo il Fenomeno, giocatori con i quali tanti avrebbero pagato per giocarci. Invece Fantantonio ha sprecato la sua occasione: Non giocavo e mi lamentavo, allora una volta che Fabio Capello mi ha sostituito gli ho detto di tutto nel tunnel degli spogliatoi, insultandolo in italiano e spagnolo. Dice, Cassano, di aver di fatto discusso con tutti; la celebre imitazione del tecnico friulano, ripresa dalle telecamere nel corso di un allenamento, rappresenta dunque solo lultimo dei problemi che lo hanno portato ad abbandonare il Real Madrid. Eppure, il barese è convinto che le cose sarebbero potute andare in tuttaltro modo: Se solo avessi avuto una persona autoritaria al mio fianco, qualcuno come un padre, sarei tornato sulla strada giusta. La carriera di Cassano è stata comunque brillante: certo ha diviso la critica dentro e (soprattutto) fuori dal campo, ha fatto i suoi errori e non ha dato tutto quel che il suo sconfinato talento gli avrebbe permesso di dare, ma ha incantato a lungo sui campi della Serie A, giocato con Milan e Inter, vinto uno scudetto e vestito per 39 volte lazzurro della Nazionale, partecipando a tre Europei e un Mondiale.