La stagione del tennis femminile si è già aperta: come di consueto i tornei di preparazione agli Australian Open tengono banco e si sono già conclusi gli appuntamenti di Brisbane (primo Premier dell’anno, vinto da Elina Svitolina), Shenzen (trionfo di Simona Halep che si è anche presa il titolo del doppio) e Auckland (vittoria per Julia Goerges), con le big già tornate in campo a Sydney. In questi giorni abbiamo dovuto registrare – purtroppo – il forfait di alcune giocatrici che, vista l’imminenza del primo Slam stagionale, si sono ritirate con vari problemi fisici: tra queste Garbine Muguruza e Johanna Konta, mentre è recente la notizia del forfait di Serena Williams che ha annunciato di non voler partecipare agli Australian Open senza la certezza di competere per vincere (cosa che, dopo la maternità, ancora non ha). Chi è ai box dalla fine del 2017 è la nostra Maria Vittoria Viviani: 19 anni il prossimo febbraio, la lodigiana a gennaio di un anno fa era agli Australian Open juniores ma un’assurda squalifica l’aveva esclusa dopo un solo set giocato. Oggi è ormai lanciata nel mondo del tennis professionistico (sempre nel 2017 ha ottenuto il primo punto Wta) ma un problema al polso l’ha costretta a operarsi – l’intervento è stato eseguito dal dottor Mauro Modesti, direttore dell’Humanitas di Castellanza e medico sociale della Pallacanestro Varese – e fermarsi per almeno un mese. Tra un paio di settimane, ha detto in esclusiva a IlSussidiario.net, tornerà a prendere la racchetta in mano e a preparare davvero la sua stagione; intanto ci ha raccontato come sta procedendo la riabilitazione e ci ha dato qualche previsione sul 2018 del tennis femminile.



Maria Vittoria, come è andata l’operazione? Molto bene: alla fine si è trattato di una cosa piccola – anche se mi hanno tenuto una notte in ospedale – e devo dire che è stata anche una sorta di liberazione visto che questo problema mi tormentava da tempo… meglio così, almeno mi sono tolta il pensiero.



Adesso sei in fase di riabilitazione? Sì, ho ancora qualche problema a fare certi movimenti con il polso e dunque non posso prendere in mano la racchetta: potrò farlo tra un paio di settimane. Mi limito a fare palestra qualche ora al giorno…

Dal punto di vista fisico, che problemi può comportare rimanere ferma per un certo periodo? Sostanzialmente non troppi: è normale che certi muscoli risentano dello stop, per esempio sento subito qualche dolorino se faccio certi esercizi, magari mi fa male la spalla… però fa parte del processo, in due-tre giorni si risolve tutto.

Invece dal punto di vista mentale è dura rimanere fuori? Devo dire di sì; però, come ti ho detto prima, è stato peggio prima. I medici mi avevano detto che avrei potuto continuare ad allenarmi, ma io sapevo che dovendomi operare non avrei comunque giocato per un po’… mi sembrava di faticare e impegnarmi per nulla. Adesso se non altro c’è un obiettivo. 



Il calendario però non è ancora deciso… No, decisamente: adesso sto recuperando giorno per giorno, senza scadenze determinate ma ogni volta capendo come reagisce il polso. Non so ancora quando e dove giocherò, a fine mese dovrei riprendere in mano la racchetta e poi vedremo.

A Crema ti trovi bene? Sì, molto; soprattutto è comodissimo, in 20 minuti da casa sono al campo (abita a Lodi, NdR) e quindi anche in termini di tempo per gli spostamenti è un bel risparmio. 

Aggiornaci un po’ sugli studi: la scorsa estate hai sostenuto la maturità… Sì, mi sono diplomata con 83/100. Adesso mi sono iscritta all’università on line, studio Scienze della Comunicazione.

Riesci a conciliare lo studio con il tennis? Immagino non sia immediato… Beh ma non è che io studi tantissimo! (ride, NdR). Però anche gli anni scorsi succedeva che dopo una partita, o l’allenamento, tornassi in camera o a casa e mi mettessi sui libri… certo non è semplicissimo ma provo a starci dietro.

Parlando invece della stagione che ci aspetta: secondo te ci sarà una giocatrice dominante come, per esempio, la Kerber del 2016? Con Serena Williams fuori, penso possa succedere di tutto; indicarne una però è difficile. La stessa Kerber ha giocato benissimo in Hopman Cup: non ha perso una partita, l’ho vista davvero in forma ma da qui a dire che tornerà su grandi livelli qualcosa passa. 

Qualcuna delle giocatrici ancora a secco potrebbe vincere finalmente uno Slam? Se devo fare un nome faccio quello di Simona Halep: è vero che non ha avuto una grande stagione come nel 2016, però uno Slam potrebbe vincerlo. L’anno scorso ci è andata vicina e credo che sia stato soprattutto per limiti mentali, vedi la finale del Roland Garros; stavolta avendo finalmente raggiunto il numero 1 potrebbe essere l’anno buono.

Tra le giovani, contro cui tu magari hai già giocato, dobbiamo tenere d’occhio qualcuna in particolare? Due nomi sono quelli di Dayana Yastremska, una 2000, e Amanda Anisimova, una 2001. Ammetto di non conoscere benissimo la seconda, però è già 182esima nel ranking Wta; il nome che però bisogna segnarsi è quello di Anastasia Potapova.

Campionessa juniores a Wimbledon nel 2016, quando aveva 15 anni: ce la puoi presentare? Beh, intanto è una 2001 ed è numero 241. E’ una che può arrivare anche al numero 1 con il tempo: io personalmente ci ho giocato contro e non ho visto la palla. Sull’erba è fortissima: due anni fa ha vinto il Nike Junior International di Roehampton, subito dopo ha vinto Wimbledon e l’anno scorso ha superato le qualificazioni pro arrivando nel tabellone principale… farà strada, tanta strada. 

Da quali italiane invece potremmo aspettarci una crescita esponenziale? Ti faccio due nomi: Deborah Chiesa sta giocando molto bene e ha fatto grandi passi, poi c’è Georgia Brescia che è anche una mia amica e sta crescendo molto.

(Claudio Franceschini)