La foto che trovate qui sopra dice tutto: Kobe Bryant, il cestista Nba tra i più forti della storia (forse secondo solo a Mr Air Michael Jordan) che sembra spiegare la pallacanestro ad un simpatico “vecchietto” con la pancetta di nome Tex Winter. Ecco, chi sa un attimino di basket comprende bene che per Kobe insegnare pallacanestro è affare normalissimo e lo ha sempre fatto fin quando giocava, segnava 50 punti e nello stesso tempo produceva insegnamenti per i compagni che ancora oggi lo raccontano come fosse, a tratti, il loro vero allenatore. Ecco, sapere che invece quel silente “vecchietto” sia il più geniale studioso e conoscitore del gioco con il canestro, fa davvero impressione: uno dei pochi che si è permesso di insegnare (e con risultati pazzeschi) ai due migliori giocatori del pianeta, il 23 e il 24, consegnando la sua “triangle offense” a Coach Phil Jackson che ancora oggi non riesce a tenere il conto degli Anelli Nba vinti assieme a quei Bulls e quei Lakers. Fred Winter, nato il 25 febbraio 1922 in Texas, per tutti era Tex: è morto oggi a 96 anni, in una normale notte in Kansas, proprio lì dove aveva iniziato la sua carriera da coach e poi assistente allenatore col “vizio” di insegnare idee rivoluzionarie ai propri pupilli. «Ho imparato così tanto da coach Winter, un pioniere e un vero studente del gioco – ha scritto MJ in una mail al Chicago Tribune -. Il suo triangolo è stata una componente fondamentale dei sei titoli vinti con i Bulls. Era un lavoratore instancabile, concentrato sui dettagli e sulla preparazione. E’ stato un grande maestro: sono fortunato ad aver giocato per lui».
PHIL JACKSON E STEVE KERR; “TEX, UN GENIO”
Per Kobe invece le parole sono semplicemente dedicate al suo “mentore”: «Con Tex ho riguardato ogni minuto di ogni partita della nostra prima stagione insieme. Mi ha insegnato come studiare ogni dettaglio. Era un genio del basket, nel vero senso della parola. Mi mancherà tantissimo. Grazie, Tex: senza di te non sarei arrivato dove sono oggi». 6 titoli ai Bulls, 4 ai Lakers e un’eredità di teorie di cui l’nya potrà vivere di rendita per decenni: tanto Coach Zen che l’attuale allenatore dei meravigliosi Golden State Warriors (quelli che contro Lebron hanno quasi sempre vinto grazie alle magie di Curry, Thompson, Durant e Green) sono concordi nel ritenere Tex un vero e proprio genio. «Quello che ha fatto per me, la strada verso cui mi ha indirizzato e la possibilità che mi ha dato a Chicago insieme a Phil Jackson ha cambiato la mia intera vita», ha spiegato il coach 3 volte campione Nba negli ultimi 4 anni. Kerr giocava in quei Bulls, era un comprimario eppure imparò tutto il possibile per iniziare ad applicarlo anni dopo con quei ragazzacci terribili degli Splash Brothers e compagnia: «Ho imparato tantissimo sulla pallacanestro da Tex. Ron Adams [assistente degli Warriors, ndr] mi ha detto che Tex sapeva più cose sulla storia del gioco e sui suoi fondamentali di chiunque avesse mai incontrato in vita sua. Mi ritengo fortunato ad aver giocato per lui per cinque anni. Un sacco di cose che facciamo qui con gli Warriors sono sviluppate partendo dalle cose che ho imparato da Tex. E che vita che ha vissuto: un individuo unico nel suo genere che ha toccato tantissime vite. La notizia di oggi è dura da digerire: Tex era una persona speciale per me e per tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui», conclude commosso prima della partita – guarda il destino – contro i Lakers l’attuale allenatore di GSW.