Paola Egonu si presenta alla semifinale del Mondiale volley 2018 a caccia della gloria che, 16 anni prima di lei, era toccata a Elisa Togut: era stata la goriziana a dominare la manifestazione iridata nel 2002, in Germania, trascinando la nostra nazionale ad una storica medaglia d’oro nella finale contro gli Stati Uniti. Allora aveva 24 anni, poco più di cinque più di quanti ne abbia oggi la nativa di Cittadella; giocava a Vicenza, ma dopo quel Mondiale avrebbe vestito le maglie di Pieralisi e Perugia, passando poi per due anni a Crema e chiudendo, nel 2014, a Pinerolo. Una schiacciatrice devastante, la Togut: vinse il premio di MVP del Mondiale e ovviamente entrò nel miglior sestetto della competizione, anche se la migliore realizzatrice fu Yumilka Ruiz e la migliore attaccante risultò essere Elizaveta Tichtchenko. Da allora però la carriera della Togut andò in calando: al netto dei pochi trofei (ci fu un argento europeo nel 2005), gli infortuni che l’hanno colpita le hanno quasi sempre impedito di spiccare il volo come in quella Coppa del Mondo aveva dimostrato di poter fare. Oggi Paola Egonu sogna di ripercorrere quelle orme: vedremo se anche per lei arriverà la gloria iridata. (agg. di Claudio Franceschini)



PAOLA EGONU, DEVASTANTE CONTRO IL GIAPPONE

Paola Egonu è stata decisiva nella tiratissima sfida delle Final Six contro il Giappone che ha spalancato all’Italia le porte della semifinale. E’ al momento in testa alla classifica delle marcatrici per numero di punti realizzati nel Mondiale di Volley femminile, che vede le azzurre già tra le prime quattro, col sogno del titolo più che mai vivo. Paola Egonu finora è la grande protagonista della rassegna iridata che si sta svolgendo in Giappone, simbolo di una squadra che sembra in grado di poter ripetere l’impresa del 2002 con la conquista del titolo Mondiale. A 19 anni, Paola Egonu sembra già la “next best thing” della pallavolo Mondiale: di origini nigeriane ma nata a Cittadella, in Veneto vicino Padova, simbolo di una squadra multietnica e dall’età media tra le più basse a livello internazionale, 23 anni.



PAOLA EGONU, I PRIMI PASSI A CITTADELLA

Ha iniziato a giocare a 12 anni nella Team Volley di Cittadella, come l’ha ricordata il presidente del club veneto, Andrea Pinato, sulle colonne del Fatto Quotidiano: “L’ha notata una dirigente della Team Volley. Ha visto questa ragazzina già molto alta e l’ha convinta a fare qualche allenamento ed è rimasta. Era un po’ imbranata, ma è normale per chi cresce in fretta. Dal punto di vista tecnico non aveva le basi. Ci è arrivata dopo, con ostinazione perché Paola è molto ‘tedesca’.” E segnando a raffica in questo Mondiale di Volley, nella partita contro il Giappone ha messo in mostra una dote a dir poco straordinaria, una personalità che per una 19enne è davvero fuori dal comune. Sue le giocate decisive nella partita decisiva della Final Six, in un tie break che si è deciso solo nelle ultimissime battute in favore delle azzurre.



MENCARELLI: “NON HA GIA’ EGUALI AL MONDO”

Il tecnico che ha lanciato Paola Egonu è stato Marco Mencarelli ad alti livelli, con il Club Italia: “Il livello di Paola non ha uguali a livello mondiale” ha spiegato, dopo le sue performance tra le migliori del mondo. Fresca di diploma in ragioneria e dopo essere approdata all’Igor Gorgonzola Novara a sua volta appena laureatasi campione d’Italia di volley femminile, con i 35 punti nel match contro il Giappone Paola Egonu si è candidata non solo a trascinare l’Italia verso un possibile titolo Mondiale, ma anche per imporsi come miglior giocatrice del torneo in assoluto. Un conseguimento che sarebbe straordinario per un’atleta così giovane, ma che al tempo stesso sempre avere ancora straordinari margini di miglioramento, soprattutto se la forza mentale e la personalità saranno quelle sfoggiate contro il Giappone.