«Grave indifferenza e negligenza» nei confronti del club: sono dure le parole riservate dal Milan all’ex amministratore delegato Marco Fassone. Il sito Calcio&Finanza ha pubblicato il documento con cui il club rossonero ha licenziato il dirigente. Toni che non sorprendono, perché il Milan ha invocato la giusta causa per evitare il pagamento della clausola di buonuscita da 10 milioni di euro che Fassone aveva sottoscritto nell’agosto 2016, all’avvento dell’era Li. Con la fine dell’era cinese, era diventato noto il licenziamento di Fassone, ma ora spunta il documento integrale che ha portato al suo allontanamento. La comunicazione è datata 17 agosto 2018: sono tre pagine dattiloscritte, firmate dal presidente del Milan Paolo Scaroni. L’oggetto è inequivocabile: «Comunicazione di Licenziamento». E ci sono tre rimandi ad altrettante lettere «di contestazione disciplinare», due del 21 luglio e una del 3 agosto, quindi in un breve lasso di tempo, il preludio, appunto, al licenziamento per giusta causa.



MILAN CONTRO FASSONE: ECCO LA LETTERA DI LICENZIAMENTO

Il Milan evidenzia nella lettera che Marco Fassone ha «disertato, sistematicamente e senza alcuna valida e giuridicamente apprezzabile ragione, ogni incontro fissato ai fini delle audizioni a difesa» che lo stesso ex amministratore delegato aveva richiesto e che il Milan gli aveva «puntualmente accordato, anche al fine di consentirLe la consultazione e l’analisi della documentazione alla base dei procedimenti disciplinari». L’accusa del Milan è di «violazioni dei doveri su di Lei incombenti», peraltro «talmente gravi da non rendere possibile la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto medesimo», avendo causato «in maniera inemendabile e radicale, il venire meno dell’elemento fiduciario, che deve accompagnare ogni rapporto di lavoro subordinato, soprattutto se caratterizzato da elevata posizione e poteri, quale quello di cui Lei è parte». Il tono, palesemente duro, diviene ancora più aspro quando il Milan intima all’ex amministratore delegato di «provvedere, immediatamente, alla riconsegna dei beni e documenti aziendali attualmente in Suo possesso, nonché al rilascio ovvero alla liberazione dell’immobile da Lei occupato».

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