Non si è parlato solo di campo con Giorgio Chiellini che ha voluto affrontare anche il pesante ruolo che da quest’anno riveste e cioè quello di leader e capitano della Juventus. L’addio di Gianluigi Buffon ha portato il difensore con la maglia numero 3 a prendersi carico di diverse responsabilità, ma con il carattere di chi fa questo mestiere da anni. Giorgione ha sottolineato: “Marcello Lippi una volta ha detto una frase importante. Il campione è qualcuno che gioca partite importanti, il fuoriclasse invece è quello che aiuta gli altri a raggiungere un livello superiore. Ho giocato con grandi campioni come Cannavaro, Pirlo e Buffon e non si tratta solo delle loro qualità. Il loro segreto era quello di lavorare per migliorare la qualità generale della squadra“. Spiega come sia difficile imparare da soli e come sia più facile invece avere degli insegnanti di questo calibro. Nello spogliatoio infatti, spiega Chiellini, ci sono sempre 3-4 giocatori che sono leader ed esempio per gli altri. Ora però tocca a lui. (agg. di Matteo Fantozzi)



“Il calcio è la mia grande passione”

Il capitano della Juventus, Giorgio Chiellini, svela una cosa che fa commuovere tutti quelli che amano questo splendido sport: “Non è stata una mia scelta diventare calciatore. Il calcio è la mia grande passione e ho iniziato a giocarci quando avevo cinque anni. Sono stato fortunato, perché ho avuto la possibilità di farlo. E’ stato un lungo viaggio che ho iniziato quando ero molto giovane. Ho capito che potevo diventare professionista a 15 anni e poi sono migliorato anno dopo anno. Mio padre giocava a calcio, non a livello professionistico, ma lo faceva per passione nel weekend con gli amici“. Sicuramente per Giorgio Chiellini è stato un onore arrivare a questi livelli e nonostante la sua carriera sia al giro di boa ha ancora tanto da raccogliere con la Juventus che sogna di vincere una Champions League che manca dal 1996. (agg. di Matteo Fantozzi)



“Noi tre complementari”

Giorgio Chiellini lo sa, la Bbc per anni è stata la formula vincente in casa Juventus e col rientro di Bonucci a Torino lo si è già capito. Barzagli non è più un giovanotto, ma spesso Allegri l’ha messo nella difesa a tre per proteggere il risultato negli ultimi minuti di gioco. È successo anche nella delicata trasferta di Manchester di una settimana fa, quando la Juventus otteneva praticamente il passaggio del turno. Il capitano bianconero ha voluto raccontare le sue emozioni in una trasmissione polacca dove si è confrontato con chi ha preso il posto di Gigi Buffon alle spalle del trio, Wojciech Szczesny. Chiellini spiega: “Io Barzagli e Bonucci siamo complementari. Quando giocavamo nella difesa a tre eravamo vicini alla perfezione. Non avevo bisogno di vedere Leo o Andrea perché sapevo tutto di loro. Mourinho ha detto che potremmo insegnare ad Harvard? Mi piacerebbe andarci, ma per un master in economia e non di certo per insegnare lezioni di difesa“.



Juventus, Chiellini “Io, Barzagli e Bonucci perfetti”: ma ora cosa accade in Italia?

Giorgio Chiellini si confronta anche sugli attuali problemi della nostra nazionale, come riportato da SportMediaset: “Da 5-10 anni in Italia non abbiamo difensori di livello internazionale e questo non è normale. Prima c’erano Gentile, Scirea, Bergomi, Maldini, Baresi, Costacurta, Nesta, Cannavaro, Materazzi. Poi con la mia generazione sono arrivati Barzagli e Bonucci. Per quasi dieci anni però non c’è stato niente. Ora ci sono Romagnoli, Rugani e Caldara che però sono del 1994/95“. Il centrale racconta anche di quanta pressione sempre Buffon abbia messo sulle sue spalle in azzurro: “In Nazionale Gigi mi urlava più che alla Juventus. Era sempre teso. Questo è utile, quando hai alle spalle uno che ti aiuta non soltanto con le parate ma anche con le parole”. Smaltito il piccolo risentimento fisico accusato nel prepartita di Empoli ora Giorgio è pronto a riprendersi una maglia da titolare se non con il Cagliari col Manchester United.