Gabriele Gravina, salvo clamorose sorprese, sarà il prossimo presidente della Figc: la nostra federazione eleggerà il suo “comandante” nella giornata di lunedì 22 ottobre, verrà sostituito il commissario straordinario Roberto Fabbricini e Gravina, attuale presidente della Serie C, è l’unico candidato. Dunque, cosa succederà? Semplice: Gravina presenterà il suo programma sul sito ufficiale della Federcalcio ma, non essendoci controproposte e avversari, non resterà che andare all’approvazione e nominare il nuovo presidente. Sfumata la candidatura di Massimo Moratti, o meglio: i club di Serie A, con in testa la Juventus, caldeggiano il nome dell’ex presidente dell’Inter ma Gravina è forte dei voti di Serie C, Lega Dilettanti, Allenatori e Arbitri. Questo vuol dire che c’è già la maggioranza assoluta: inutile dunque presentare un altro candidato e dunque, a meno appunto di qualche variazione nel contesto, tra due settimane la Figc potrà finalmente avere un capo a tutti gli effetti. L’ultimo era stato Carlo Tavecchio, che però aveva dato l’addio all’indomani del disastroso playoff delle qualificazioni al Mondiale: lui e Giampiero Ventura avevano sostanzialmente pagato per tutti, ma non essendoci un candidato riconosciuto da tutti o almeno dalla maggioranza la Lega era stata commissariata, e lo è tuttora.



CHI E’ GABRIELE GRAVINA

Nato in provincia di Taranto, Gravina ha compiuto 65 anni giusto tre giorni fa: laureato in Giurisprudenza, è stato un imprenditore ma da tanti anni si occupa del mondo del calcio, diventando presidente del Castel di Sangro. La società abruzzese in quei 12 anni sotto Gravina fece scalpore: conquistò cinque promozioni e arrivò addirittura alla Serie B. Nel frattempo il candidato alla FIGC aveva lavorato anche come consigliere di Serie C e della stessa Federazione italiana; anche membro della commissione UEFA per l’Assistenza Tecnica e Amministrativa, è stato anche capo delegazione dell’Under 21 e con la nazionale azzurra ha partecipato a tre Europei e a due Olimpiadi (Atene 2004 e Pechino 2008). La Lega Pro lo ha eletto presidente tre anni fa a scapito di Raffaele Pagnozzi e Paolo Marcheschi, confermandolo un anno dopo; ha preso l’incarico da Mario Macalli e sotto di lui il campionato di terza divisione ha cambiato non solo nome (tornando a chiamarsi Serie C) ma anche volto, con l’introduzione dei playoff allargati a nove squadre per ciascun girone e dunque a molte più partite di spareggio per arrivare alla promozione in Serie B.



IL PROGRAMMA DI RIFORME

Al centro del programma di Gabriele Gravina c’è la riforma dei campionati. L’obiettivo è ridurre l’area del professionismo attraverso la riduzione del numero dei club all’interno delle categorie interessate. Serie A e Serie B a 20 squadre, Serie C con tre gironi per un totale 60 squadre. Il dilettantismo con nove gironi per 162 club. La Lega pro verrebbe riconvertita in un livello agonistico nuovo, quello del semiprofessionismo. Gravina prevede anche una semplificazione del sistema dei controlli sui club a livello economico-finanziario, infrastrutturale ed organizzativo. Si lavorerà ad un nuovo codice dei controlli, ad un sistema di rating, con attenzione ai requisiti di onorabilità, mentre una task force dovrà seguire i passaggi di proprietà e le crisi societarie. E poi c’è l’organizzazione degli Europei 2028. «Merita certamente una riflessione ponderata l’ipotesi di una candidatura della nostra Federazione all’organizzazione degli Europei 2028 quale volano per stimolare e calibrare al meglio non solo un rilancio a livello di immagine dell’intero nostro Sistema-Paese, ma anche l’opera di ammodernamento e riqualificazione di tutto il nostro patrimonio infrastrutturale».

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