Matteo Salvini replica alle accuse di Giovanni Malagò sulla riforma del Coni progettata dal governo M5s-Lega. «È molto nervoso, lì girano tanti soldi, ma lo sport è fatto anche di atleti, arbitri e dirigenti che non guadagnano cinque milioni», dichiara il vicepremier a Rai Sport prima di entrare a San Siro per seguire la partita tra Italia e Portogallo. Neanche in tema di sport il leader della Lega pensa ad un passo indietro. «Capisco il nervosimo di chi sperava che nulla cambiasse, ma noi siamo il governo del cambiamento e vogliamo intervenire». Per Salvini è l’attuale sistema sportivo italiano a dover fare non uno, ma tra passi indietro. «Se qualcuno pensava di essere presidente a vita, si sbagliava. Lo sport non è una monarchia», ha aggiunto il ministro dell’Interno. Le parole di Salvini ricalcano quelle di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, che aveva parlato di personalismo di Malagò. (agg. di Silvana Palazzo)
MALAGÒ CONTRO GOVERNO: “HA UCCISO IL CONI”
Giovanni Malagò si scaglia contro il governo per il progetto di riforma dello sport. «Dalla mattina alla sera, con 4 righe nella finanziaria, è stato ucciso il Coni». Così il presidente del Comitato olimpico nazionale a margine di un evento al Parco del Foro Italico. Malagò, come riportato dal Corriere della Sera, non ha paura di usare toni troppo alti: «Il documento ufficiale del mio mandato è tutt’altro che un atto fuori luogo. Da tutte le parti si è ribadito l’invito, la speranza e il diritto-dovere di andare al dialogo». E quindi rilancia: «Valutate voi se sono stati in proporzione meno o di più rispetto alla gravità del problema e dei fatti accaduti, peraltro non avvertiti e comunicati». Ma non è finita qui, perché Malagò ha risposto anche a Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il quale non identifica il Coni con Malagò. «Ha ragione lui, ci mancherebbe che il Coni si identifichi con una persona. Il Coni è 105 anni di storia e un’eccellenza. Giorgetti ha perfettamente ragione».
“RIFORMA? OCCUPAZIONE DEL CONI”
Resta la tensione tra le parti, ma Giovanni Malagò non arretra: «Non c’è stata una mia parola volgare, ho un rispetto assoluto per le istituzioni. Immaginate di ritrovarvi con funzioni stravolte e snaturate, peraltro non avvertiti e comunicati. Vi sfido ad avere una reazione più educata della mia». Il presidente del Coni ha poi rincarato la dose degli attacchi al governo sulla bozza della manovra proposta: «Questa non è la riforma dello sport, non c’entra nulla. È una occupazione del Coni». Nel suo intervento, Malagò ha precisato che il Coni non è mai andato oltre i compiti che gli sono stati assegnati dallo statuto. «Ha semplicemente fatto quel che da statuto gli impone la legge dello Stato». Per questo fatica a comprendere la riforma. «Se uno poi vuol cambiare le leggi, torniamo alla dinamica della politica. Forse era giusto ascoltarci. Non si capisce perché questa norma entra in vigore nel 2020 ma si deve per forza fare nella legge di bilancio del 2018». La rottura col governo è sancita dal colpo affondato al Parco del Foro Italico.