Il River Plate è ufficialmente sotto indagine da parte della Conmebol, la federcalcio sudamericana. Nei confronti del glorioso club di Buenos Aires, sospetti in merito agli ormai famosi scontri avvenuti fuori dal Monumental in occasione della partita valevole per la finale di ritorno della Copa Libertadores, sfida contro il Boca Juniors. Secondo quanto spiega la Conmebol si tratterebbe di un atto puramente formale, che è susseguito al reclamo presentato dagli Xeneizes. Questi ultimi hanno chiesto la vittoria a tavolino del match, ma la federazione sta lavorando per individuare una nuova data in cui disputare il big match. La decisione dovrebbe arrivare oggi, nelle prossime ore, dopo una riunione fra i vertici federali, e presumibilmente la partitissima si disputerà fra il 5 e il 9 dicembre, fermo restando che la commissione disciplinare non stravolga la situazione. Il River Plate ha 24 ore di tempo, come sottolinea La Gazzetta dello Sport, per presentare una relazione che lo sollevi da ogni responsabilità, come invece sostiene il Boca.
RIVER BOCA: E’ CAOS
Secondo la federazione, comunque, l’eventuale procedimento dovrebbe portare ad una multa o eventualmente ad una squalifica per le competizione future, quindi la finale sarebbe salva. Nessuno, al di là del Boca, intende infatti abortire il match del secolo, e nella serata di ieri il presidente della Conmebol, Alejandro Dominguez, ha ribadito «la ferma volontà di far disputare questa partita, perché il calcio si deve decidere in campo». Dal loro canto gli Xeneizes continuano a sostenere di dover vincere a tavolino, come accadde nel 2015 a parti invertite, quando il Boca venne squalificato per un attacco con il gas urticante contro il River. Una situazione quindi paradossale con la Conmebol da un lato che intende far disputare ad ogni costo il match, e la commissione disciplinare dall’altra che invece dovrà giudicare sulla denuncia presentata dal Boca. Non ci resta che attendere la decisione delle prossime ore, che in ogni caso, avrà scontentato qualcuno.