Il Presidente della FIGC, Gravina, ha cercato di scuotere un ambiente sotto shock dopo quanto accaduto in Inter-Napoli nella serata di Santo Stefano, con i cori razzisti rivolti al calciatore partenopeo Koulibaly e la tragica morte del tifoso durante quello che è stato definito dagli inquirenti un agguato a tifosi napoletani. Gravina ha sottolineato l’importanza di evitare dichiarazioni che possano infiammare gli animi, come quelle del presidente del Napoli De Laurentiis che hanno fatto infuriare anche l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri: “Non accetterò più dichiarazioni che tutelino un interesse di parte legato ad un proprio orticello”, ha spiegato Gravina. “La mia riflessione è più profonda, dobbiamo imparare tutti a dire le cose giuste al momento giusto. Si sta innescando un meccanismo di dichiarazioni, che portano poi a reazioni strane.” (agg. di Fabio Belli)
“ABBIAMO PENSATO ALLO STOP”
Nuove dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina, ecco le sue parole a Sport Mediaset: «Sabato si gioca. Abbiamo affrontato il tema, riflettuto sulla possibilità di sospendere l’ultima giornata del girone di andata. Alla fine si è deciso così, dopo le consultazioni col Governo e coi Ministeri competenti». Necessario un clima più sereno: «Tutti dobbiamo avere i toni più bassi, avere più fiducia nelle istituzioni perché questi attacchi continui non fanno bene a mantenere gli equilibri nel nostro mondo». Intervenuto ai microfoni di Sportitalia, il numero uno della Federazione Italiana Gioco Calcio ha aggiunto: «Non possiamo fare nulla rispetto a quanto non attiene al mondo del calcio. A noi interessa quello che riguarda la tutela dell’uomo, degli atleti e della famiglia. Questo è il nostro obiettivo e dobbiamo farlo tutti assieme». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI CRISTIANO SANDRI
«Io lo avrei fermato per rispetto della morte di un ragazzo e del dolore di una famiglia»
: queste le parole di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, il tifoso laziale ucciso l’11 novembre 2007 in una stazione di servizio da un proiettile sparato dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella. Intervenuto ai microfoni di Adnkronos, ha commentato la morte del sostenitore dell’Inter Belardinelli: «Mi si è gelato il sangue. La vita ha un valore così importante che solo chi ci è passato, chi ha vissuto una disgrazia come la nostra, può capire. Penso solo al ragazzo che ha perso la vita e alla sua famiglia, per loro il cammino da oggi in avanti sarà un calvario, è un dolore indicibile». Prosegue Sandri: «Ora si scatenerà una ridda di luoghi comuni poi su questa morte calerà il silenzio e non si parlerà più di iniziative culturali, di educazione nelle scuole ma tutti saranno di nuovo solo attenti a profitti, calcio mercato e sponsor». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“SERIE A NON SI FERMA”
Importanti aggiornamenti sulla possibile sospensione del campionato di Serie A dopo la morte di un ultras durante gli scontri pre Inter-Napoli. Ecco le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina a Sky Sport: «Sabato si giocherà regolarmente: il 29 dicembre il campionato non si ferma. Mi sono confrontato con tante persone, ho riflettuto con loro e abbiamo deciso di adottare questa linea». Prosegue Gravina: «Linea di grande fermezza, io mi devo occupare della parte sportiva». Sulla tragedia è intervenuta ai microfoni dell’Adnkronos Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito: «Nonostante io e pochissime altre persone ci impegniamo moltissimo, il tema pare non interessi. Da parte dello Stato e di chi dovrebbe c’è poco interessamento, se non nullo, a tutelare le persone che come mio figlio sono andate allo stadio e non sono tornate. Questo mi rende molto, molto perplessa, si perdono quasi le forze». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“RIFLESSIONE DA FARE”
Dopo la morte di Daniele Belardinelli, 35 anni, tifoso nerazzurro investito ieri in via Novara a Milano prima di Inter-Napoli, prende corpo un’ipotesi clamorosa: quello della sospensione del campionato di Serie A. A paventare uno scenario simile è stato il presidente della Figc in persona, Gabriele Gravina, che intervistato da Il Messaggero non si è sentito di escludere neanche l’ipotesi più drastica:”Non lo so, ancora la notizia è troppo fresca. E’ una riflessione da fare. Ora dobbiamo riflettere un attimo e coordinarci: qui c’è un problema di ordine pubblico e come tale va gestito, anche il fatto di giocare o meno“. Gravina ha aggiunto: “Io sono preoccupato per questo clima surreale. Non sono uno psicologo, ma che alcuni giocatori fossero supernervosi era di tutta evidenza a San Siro. Ora rifletto, perché quanto capitato fuori è troppo grave, sentiremo Ministero e Coni e poi decideremo“.
CAMPIONATO SOSPESO, I PRECEDENTI
Campionato sospeso
? Si tratterebbe ovviamente di una decisione drastica ma a cui la Serie A non è nuova. In altre occasioni infatti il calcio italiano si è fermato per dare un segnale forte di discontinuità rispetto a fatti di sangue che nulla hanno a che vedere con il gioco più bello del mondo. La prima sospensione del campionato risale al 6 febbraio 1995, quando Vincenzo “Claudio” Spagnolo, tifoso del Milan, venne pugnalato e ucciso da Simone Barbaglia, prima della gara tra il Genoa e i rossoneri. Quando la notizia si diffonde le due squadre sono già in campo: i tifosi del Grifone urlano “assassini”, la settimana dopo il campionato si ferma. Più recente il fatto di sangue risalente al 2 febbraio 2007, quando negli scontri a margine del derby Catania-Palermo perde la vita l’ispettore Filippo Raciti a causa di un forte trauma epatico. Il calcio questa volta si ferma due settimane e dà inizio ad una stretta che rivoluzionerà il modo di vivere il calcio negli anni a venire: dall’introduzione della tessera del tifoso e dei tornelli allo stadio, passando per i biglietti nominativi per identificare chi entra negli impianti sportivi, fino al centro di commissione di vigilanza sugli scontri ritenuti a rischio. Diversamente andò in occasione della morte di Gabriele Sandri: dopo l’uccisione del tifoso della Lazio vennero rinviate Inter-Cagliari e Roma-Lazio, Atalanta-Milan fu sospesa.