Il calcio italiano piange la scomparsa uno dei suoi più grandi protagonisti di sempre: si è spento oggi Gigi Radice, allenatore che ha scritto la storia del campionato nostrano. Ecco l’addio del Milan: «Il suo Milan è stato il primo Club italiano a vincere la Coppa dei Campioni. Lui, Gigi Radice, tre volte campione d’Italia in rossonero, ci ha lasciati. La Storia del calcio e tutto il Milan lo ricordano con affetto e commozione. Condoglianze sincere alla famiglia Radice», seguito da quello del suo ex Torino, «Addio, Mister Radice, colonna della nostra storia. Ieri, oggi, per sempre». Proprio con “Gigi” in panchina i granata hanno vinto il loro ultimo scudetto, con Pulici grande protagonista: «È stato un maestro, un papà, è stato tante piccole cose messe insieme che è difficile scegliere un solo aggettivo. Mi ha aiutato a essere qualcosa di più di un buon giocatore di calcio, mi ha aiutato anche a essere un uomo fuori dal campo». Continua l’ex attaccante ai microfoni di Toro News: «Quando si sta tanto assieme è difficile dire un ricordo solo. Abbiamo passato una vita insieme, avevamo un rapporto bellissimo che è durato tanti anni. Dispiace perché purtroppo se ne è andato soffrendo un po’». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL CORDOGLIO DI ALLEGRI
La morte di Gigi Radice ha sconvolto il mondo del calcio, commoventi sono le parole di Massimiliano Allegri che su Twitter scrive: “L’altra settimana parlavo di grandi allenatori italiani che hanno lasciato il segno, Gigi Radice è uno di questi. Un abbraccio alla famiglia“, clicca qui per il tweet e i commenti dei follower. A pochissimo dalla delicata sfida Juventus-Inter il tecnico dei bianconeri ha deciso di mandare un messaggio importante, considerando anche che Radice le cose più importanti le fece sulla panchina dei rivali concittadini del Torino. Un messaggio in grado di unire due tifoserie nel ricordo di un personaggio meraviglioso che ha fatto la storia del calcio e che non si può dimenticare. Fin troppo spesso questo splendido sport ha regalato anche pagine atroci, le ultime a Firenze dove si è offesa la memoria di un grandissimo come Gaetano Scirea. La sensazione è che se tutti si comportassero come Massimiliano Allegri, e altri colleghi che hanno mandato lo stesso messaggio oggi, si vivrebbe lo sport in maniera più sana. (agg. di Matteo Fantozzi)
IL RITIRO NEGLI ANNI NOVANTA
Lutto nel mondo del calcio: è morto Gigi Radice, l’ex calciatore e allenatore si è spento all’età di 83 anni. Ultimo tecnico a vincere lo scudetto sulla panchina del Torino, Radice ha ottenuto in totale quattro successi in campionato ed ha girovagato tra i principali club nostrani. Il suo ritiro risale agli anni Novanta, l’ultima avventura al Monza, e da anni lottava con l’Alzheimer. Promotore negli anni settanta del pressing a tutto campo, Gigi Radice ha scritto la storia di Toro e Milan, ma non solo: si è seduto sulle panchine di Fiorentina, Cagliari, Bologna, Bari, Inter, Roma, Genoa e Monza, dove ha iniziato e finito la carriera. Oltre agli scudetti, vanta un successo in Coppa dei Campioni (1962-1963) e uno in Coppa Latina.
LUTTO NEL MONDO DEL CALCIO
Arrivano i primi messaggi di cordoglio per la sua scomparsa, a partire dall’Hellas Verona: «Ci lascia un grande allenatore, il cui Torino rese ancora più bella e combattuta la vittoria dello Scudetto gialloblù: tutto l’@HellasVeronaFC esprime cordoglio per la scomparsa di Gigi #Radice». Questo il tweet del Bologna: «Si è spento a 83 anni Gigi Radice, che allenò il Bologna nelle stagioni 1980-81 e 1990-91. Nella prima occasione conquistò il 7° posto, guidando una squadra che è rimasta nel cuore dei tifosi. Tutto il Bologna Fc 1909 partecipa al lutto della famiglia». Commosso Mauro Suma: «Ecco cos’era quel bel colore nel cielo. E quel brusio fra le nuvole…Stavi parlando di cose rossonere con Cesarone…buon viaggio Gigi Radice, sergente di ferro partito dal Milan per fare la Storia…RIP». Infine le parole del giornalista Angelo Mangiante: «Ci lascia a 83 anni. Resterà nella storia del calcio per tanti motivi. Anche per quel primo scudetto post Superga del Toro nel ’76. Lo racconterà ora ai mitici del Grande Toro»