Oggi ci prova Repubblica a gettare novità (e voci di corridoio) su una possibile e clamoroso “ritorno di battaglia” di Silvio Berlusconi alla guida del Milan. Secondo il quotidiano romano a firma Currò, «Silvio Berlusconi sarebbe pronto a riprendersi il Milan dai cinesi per 300 milioni di euro». L’indiscrezione al momento, in piena campagna elettorale e negli stessi giorni in cui giunge notizie dalla Cina della bancarotta di Yonghong Li, non trova alcuna conferma in nessuna sede competente. Per di più in casa Berlusconi, che oggi dal videoforum sul Corriere della Sera specifica, «Non ricomprerò mai il Milan perché dopo l’arrivo dei soldi del petrolio ci vogliono troppi soldi per mantenere una squadra a livello internazionale che una famiglia da sola non può sostenere». L’inchiesta della Gabanelli non viene trattata nelle varie domande all’ex Cav ma di sicuro, al momento, non vi sono progetti per riportare il Milan nelle mani di Fininvest. Nel frattempo però il problema soldi e rifinanziamenti sta seriamente intrattenendo l’ad Marco Fassone in complessi giri di mercato internazionale: l’attuale responsabile della società rossonera cerca dispersamente un finanziamento quinquennale di almeno 300 milioni di euro, ritenendo alquanto inverosimile un rifinanziamento del debito di Li con il fondo Elliott. Secondo Currò su Repubblica, «Fassone, cerca febbrilmente un finanziamento quinquennale di almeno 300 milioni per il club e magari un nuovo socio per Li: a fine marzo la UEFA pretenderà adeguata documentazione». Pura fantasia anche in questo caso o qualche “briciolo” di verità inizia a scorgersi? 



LA RISPOSTA DEL PATRON NON CONVINCE

E’ arrivata nella serata di ieri, poco dopo le 19:00, la risposta del presidente del Milan, Yonghong Li, ai dubbi sollevati dal Corriere della Sera, ed in particolare dalla nota giornalista Gabanelli, circa la solidità delle risorse finanziarie dello stesso patron dei meneghini. Una replica che però non ha convinto gli stessi autori dell’inchiesta, che stamattina hanno infatti posto altre domande, attraverso il noto quotidiano nazionale. Milena Gabanelli e Mario Gerevini, rispondono Yonghong Li, che ha affermato nel video di ieri di non capire le finalità di queste voci. Secondo i due giornalisti della carta stampata, però, «più che voci sono fatti e atti firmati, numerati e protocollati fino a pochi giorni fa. Tutti rintracciabili al tribunale del distretto di Futian nella città di Shenzhen o all’ufficio di Canton della Consob cinese che ha messo sotto indagine la holding». Infine, il Corriere della Sera solleva altri dubbi su Yonghong Li: «Secondo fonti giornalistiche cinesi ieri la società quotata Zhuhai Zhongfu avrebbe negato che mister Li sia suo azionista. Se ne dovrebbe quindi dedurre che le credenziali di Li presentate a banche e Fininvest fossero false? Improbabile. Mentre è noto che il cinese utilizza prestanome nei suoi affari». Una vicenda sempre più intricata, che va avanti ormai da diversi mesi: si riuscirà mai a capire la verità? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL MILAN TORNA IN VENDITA?

Per Yonghong Li, le spiegazioni sono state necessarie anche nei confronti dei tifosi del Milan. Ma l’impressione è che le polemiche attorno al Milan siano ancora destinate ad infuriare. Un articolo pubblicato sul quotidiano Libero in mattinata ha messo in evidenza come per i rossoneri in ottobre potrebbero arrivare novità sul fronte della proprietà. Il club potrebbe addirittura tornare in vendita, se non andare a caccia di nuovi soci che possano aiutare Li sul piano della solidità finanziaria. Liquidità che servirebbe però in maniera ancor più immediata, visto che il Milan è ancora alle prese con la spada di Damocle del fair play finanziario. Dopo aver rifiutato il voluntary agreement, l’UEFA infatti potrebbe sanzionare il club in vista delle prossime Coppe Europee, arrivando potenzialmente anche all’esclusione dai tornei internazionali. Estrema misura, ma se alle parole Yonghong Li non farà seguire i fatti, le preoccupazioni in casa rossonera potrebbero moltiplicari. (agg. di Fabio Belli)



NON CI SARANNO AZIONI LEGALI

Dopo due giorni dallo scoop-inchiesta di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera a riguardo della (presunta) bancarotta del presidente del Milan in Cina, arriva poco fa la risposta in un video-messaggio proprio di Yonghong Li che ovviamente smentisce tutte le ricostruzioni fatte dalla maxi inchiesta di Dataroom (ecco qui tutta la ricostruzione nel dettaglio). Niente bancarotta, solo false notizie anche da alcuni soci del Club, ma – a sorpresa – non viene minacciata alcuna azione legale contro chi avrebbe detto solo falsità, come ritiene il club rossonero. «Nelle ultime quarantotto ore ho visto che sono state riportate dai media alcune notizie irresponsabili che hanno danneggiato il Club, le mie società, la mia famiglia e me stesso. Da quando ho acquistato il Milan ho affrontato ogni tipo di difficoltà e sopportato una pressione senza precedenti. In seguito a questi rumors e notizie irresponsabili, ho voluto creare un ambiente tranquillo intorno alla squadra e alla società», spiega Yonghong Li nel suo video messaggio giunto direttamente dalla Cina.

Il n.1 del Milan, a cui viene contestato di essere in bancarotta e di non avere le coperture per aver speso tutti quei soldi nei primi mesi di proprietà, spiega di non comprendere quali finalità vi siano dietro alle “voci” raccolte dalla Gabanelli nell’inchiesta: «ono arrivate ormai al punto di danneggiare pesantemente il Club, le mie società e la mia famiglia. Pertanto vorrei cogliere questa occasione per spiegare, augurandomi che sia l’ultima volta, che la situazione relativa a tutte le mie risorse personali è completamente sana e che sia il Club sia le mie società, stanno lavorando regolarmente. Auspico, dunque, che non venga data credibilità a notizie non vere ma che si focalizzi l’attenzione su ciò che sta più a cuore a me e a tutti voi, ovvero la gestione e la crescita della squadra e che continuiate a supportare Mister Gattuso. Noi faremo tutto il possibile per portare nuovamente il Club al vertice».

https://twitter.com/acmilan/status/966012865542021121/video/1

COMMISSARIO FIGC, “SONO PREOCCUPATO”

Poche righe, cui ne seguono altre di stima e commento dell’ultima parte di stagione sportiva che finalmente sorride un po’ al Milan e ai suoi tifosi. Ma resta ancora una volta “bizzarro” che una società come il Milan venga attaccata, messa alla “berlina” in una inchiesta giornalistica che fa accuse ben pesanti e dirette e l’unica reazione che arriva è un comunicato dalla Cina in cui oltre al “è tutto falso” non viene presa alcuna azione legale. Nessun avvocato che querela; nessuna rivendicazione di una propria legittima verità; nulla di tutto questo, anzi il comunicato parla paradossalmente di più dei successi di Mr Gattuso e dei suoi ragazzi (gli unici davvero encomiabili a risollevarsi in un clima del genere attorno e dentro la società). È di oggi l’appello di “forte preoccupazione” fatto dal commissario straordinario Figc, Roberto Fabbricini proprio sulla situazione dell’A.C. Milan: «Sì, sono preoccupato perché è una situazione che coinvolge una grande squadra e un grande patrimonio sportivo della federazione. Vediamo come si sviluppano le cose, certo alcune prime pagine fanno pensare molto, per cui dobbiamo stare molto attenti». Non solo, secondo Fabbriccini nei prossimi giorni potrebbero tenersi alcuni contatti proprio con Yonghong Li per «cercare di capire. Bisogna stare dentro le cose per poter giudicare cercherò di mettermi in contatto con qualcuno per cercare di capire e se ci sono margini per poter stare tranquilli o meno. Certo, il patrimonio del Milan è un patrimonio enorme».