Non abbiamo avuto torto dunque a sottolineare come la foto di Sofia Goggia, prima donna italiana a vincere la discesa libera alle Olimpiadi, inginocchiata a pregare, fosse il ritratto spontaneo di una persona di fede, mentre tutti o quasi criticavano quello che per loro era un gesto artefatto messo in piedi dal fotografo. Andando indietro nel tempo spunta infatti una intervista concessa dalla futura campionessa olimpionica al Corriere dello Sporto del 6 aprile 2017 in cui fra le varie cose dice che «Vado a messa tutte le domeniche, ogni volta che posso. Magari non faccio spesso la comunione, ma credo in Dio e nel Vangelo perché ogni volta mi carica. Mi offre sempre spunti di meditazione e di riflessione. Tra i suoi episodi preferiti nel Nuovo Testamento la resurrezione di Lazzaro, racconta. Una scelta precisa di vita che nasce da una visione semplice e onesta della vita stessa: «Questo mondo non mi piace così comè. E avido di denaro e avaro di sentimenti. Invece, avrebbe bisogno di unetica di vita corretta: prima di tutto verso se stessi e poi verso gli altri. Una scelta che impatta anche nel modo con cui vive i periodi di gara, in solitudine e silenzio, sceglie sempre una camera singola, dice, per avere il silenzio per stare con Dio, anche se aggiunge ironicamente di essere molto disordinata e dunque meglio stare da sole.
La fede le dà quell’equilibrio interiore che le ha permesso di cogliere l’importante obbiettivo olimpionico: «Penso sia fondamentale per chiunque, in ogni ambito della vita, raggiungere lequilibrio, la serenità interiore. Abbiamo dentro di noi una forza inimmaginabile. Dobbiamo imparare a conoscere il modo migliore per usarla. In questi anni, ho lavorato tanto su me stessa. Adesso, quando arrivo al cancelletto, sono molto più serena, molto più tranquilla di un tempo. Sono in pace con me stessa, così do il meglio. La differenza si vede. Purtroppo persone così, fuori del mondo del gossip ma grandi atleti, pagano l’invidia degli altri. All’intervistatore fa notare l’incrinatura del lunotto anteriore, “un regalo di Sant Mortiz spiega, qualcuno che ha tirato appositamente un sasso contro la sua macchina: «Credo sia così. Ma non è un mio problema. Io non so che cosa sia linvidia. Io sono abituata a misurarmi con me stessa. In fondo, basta essere se stessi. Io lo sono e lo sarò sempre.