La Regione Toscana dovrebbe costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale per le accuse di doping. E questa la proposta effettuata dal presidente della commissione sanità e Sport in Regione Stefano Scaramelli (Pd), che uscendo allo scoperto in queste ore per commentare le note vicende legate al doping a Lucca, ha ammesso: «La Toscana tenga alta la propria immagine di terra che ama il ciclismo, da sempre regione-culla delle due ruote. Scaramelli sta predisponendo una mozione in questi giorni di modo che «La Toscana si costituisca parte civile in un eventuale procedimento penale per doping a seguito dellinchiesta in cui è coinvolto il mondo del ciclismo dei dilettanti toscani. Lobiettivo del politico è quello di tenere alta limmagine della Toscana, macchiata dai fatti di queste ore, che hanno fatto il giro non soltanto dellItalia, ma di tutto il mondo, tenendo conto che la notizia è stata ripresa anche dal colosso inglese BBC. Vedremo quindi se la mozione di Scaramelli verrà accolta allinterno della Regione Toscana anche da altri colleghi, o meno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANCHE IL MEDICO DELLO SPEZIA FRA GLI INDAGATI
Vi sarebbe anche il medico dello Spezia Calcio fra i 17 indagati dalla procura di Lucca, nellambito di uninchiesta che ha portato alla scoperta di un sistema di doping massiccio nella squadra dilettantistica del ciclimo Altopack. Daniele Tarsi si dice però estraneo ai fatti: «L’inchiesta? Non so nulla. Mi hanno avvertito alcuni amici ma io, mi creda, non so nulla. Poi il medico della società calcistica ligure, ha proseguito così ai microfoni del quotidiano LaNazione: «Sto lavorando e di questa storia di Lucca non so veramente niente. Ho ricevuto alcune telefonate da amici che hanno letto del mio nome che sarebbe stato coinvolto in una vicenda del genere, ma sono del tutto estraneo. Sono quattro anni che non ho contatti con squadre professionistiche di ciclismo. Ho lavorato nel mondo delle due ruote per tanto tempo, ma poi la mia storia professionale mi ha portato da altre parti. E, ripeto, fino ad oggi non ho ricevuto alcuna comunicazione da parte degli inquirenti. Non è la prima volta che Tarsi viene associato ad un caso di doping, visto che qualche anno fa lo stesso finì coinvolto in un precedente molto simile: «Ho avuto problemi, è vero afferma – Ma sono sempre uscito pulito e lo dimostrerò anche questa volta. Tarsi si dice pronto a tutelarsi per vie legali, per evitare che il suo nome venga infangato nuovamente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LE PAROLE DI FANINI
E ormai sulla bocca di tutti la notizia circa il caso di doping in una squadra di dilettanti del ciclismo di Lucca, la Altopack. Gli inquirenti hanno messo agli arresti domiciliari sei persone, per unindagine complessiva riguardante 17 personaggi fra medici, dirigenti, proprietari, parenti ecc ecc. Una notizia che ovviamente ha scosso il mondo del ciclismo, regalando purtroppo lennesimo caso di doping nelle due ruote. Cè però chi crede ancora in questo sport, come ad esempio Ivano Fanini, patron di unaltra squadra dilettantistica con sede in provincia di Lucca, la Amore e Vita Prodir, che parlando a Tuttobiciweb.it nelle scorse ore, ha ammesso: «Quello che penso e ho sempre pensato sul doping è da oltre 30 anni che lo dico, e mi è costato parecchio. Mi meraviglia, comunque, che sia coinvolta una squadra che ha vinto veramente poco. Secondo Fanini sono stati fatti passi in avanti negli ultimi anni: «Nel ciclismo con la Federazione italiana e l’Uci, e grazie anche alle forze dell’ordine, in questi ultimi anni abbiamo fatto passi da giganti. I controlli sono più severi e il fenomeno doping è calato. Un Fanini che non ha comunque perso le speranze in ottica futura, conscio che andranno avanti, e diventeranno dei campioni, solo i ciclisti puliti: «Il futuro è dei corridori puliti, ma come sempre c’è chi bara e prima o poi viene beccato. Noi in Italia abbiamo il campione più pulito, Vincenzo Nibali, un esempio per il mondo. E voglio sottolineare che nel 2017 il ciclismo ha portato al Coni il record di 34 medaglie da mondiali ed europei. Medaglie pulite perché chi le ha vinte è stato sottoposto a molti controlli. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
I FATTI DI LUCCA
Lucca, doping nel ciclismo a livello dilettantistico. Nelle ultime ore ha fatto scandalo lindagine delle forze dellordine nei confronti del team Altopack, nota squadra ciclistica dilettante della Toscana. Il proprietario del team Luca Franceschi, insieme allex direttore sportivo Elso Frediani e al farmacista Andrea Bianchi tra gli altri, sono finiti in manette nella giornata di ieri, 8 febbraio 2018: in totale sei gli arrestati. La vicenda si è sviluppata in seguito alla morte del giovane ciclista 21enne Linas Rumsas, deceduto per un infarto lo scorso 12 maggio 2017. Sono diciassette in totale le persone indagate dalla procura di Lucca, che sta agendo anche grazie alle intercettazioni e alle registrazioni. Alcune di queste sono state rese pubbliche e i racconti sono agghiaccianti: in particolare, in uno di questi audio è possibile sentire come un ciclista spieghi al collega come iniettarsi lEpo.
LA SPESA DELLA NONNA
Come riporta il Corriere della Sera, tra le immagini raccolte dalle forze dellordine rientrano anche quelle rubate davanti alla casa della settantenne Maria Luisa Luciani, madre del proprietario del team ciclistico Luca Franceschi, che aspetta in trepida attesa fuori dalluscio che le venga consegnata la spesa. Allinterno del sacchetto incriminato, che la donna prende e porta a casa, ci sono carne e frutta, ma soprattutto insulina ed ormoni. Quello di Lucca, come sottolinea il quotidiano meneghino, è un affare di famiglia: una grande famiglia allargata del doping. Il commissario Silvia Cascino ha infatti commentato: Dopo pranzo e senza dare troppo nellocchio, i ragazzi uscivano due alla volta a piedi dallappartamento dove vivevano e andavano dai Franceschi per restarci due o tre ore.Nessun caffè o dolcetto in programma però, bensì flebo e ormoni in quantità industriale con tanto di supervisione di direttori sportivi e dei due nonnetti genitori di Luca Franceschi.