Sono iniziate ieri 9 marzo a Pyeongchang le Paralimpiadi invernali, con una cerimonia mozzafiato, e proseguiranno fino a domenica 18 marzo. Qui potete trovare il palinsesto delle trasmissioni Rai per seguirle in diretta. Noi ce le guarderemo con attenzione per gli atleti italiani che hanno ottime possibilità di buoni piazzamenti; e le guarderemo perché sono dei gesti sportivi di alto livello che nulla hanno da invidiare alle sorelle “parallele” fatte dai “normodotati” alcuni giorni fa sulle stesse piste di sci.
Quello che ci lascia l’amaro è come al solito questa distinzione tra olimpiadi “normali” e olimpiadi di chi ha una disabilità, assurda come se si facessero le olimpiadi degli uomini e poi solo dopo in maniera separata e con una minore copertura mediale, le olimpiadi delle donne: insorgerebbe il mondo e avrebbero ragione. E, si badi bene, le paralimpiadi sono sempre state seguita da un pubblico numericamente elevato e basterebbe valorizzare e sottolineare la bellezza e l’impegno degli atleti per creare un fenomeno mediatico travolgente, proprio come si fa per gli sport “minori” durante le olimpiadi “di serie A”.
Su questo già mi espressi sul British Journal of Sport and Phylosophy, spiegando su questa rivista internazionale l’importanza di una unificazione degli eventi. Eppure viviamo nel mondo che ancora ha paura della differenza, o semplicemente nel mondo in mano agli sponsor (che temono di non far tornare i conti se non differenziano gli investimenti soprattutto puntando su quello che normalmente va di moda). Quindi alla fine al gusto del popolo viene riservato tanto ma tanto football, un po’ di basket, qualche momento di discesa libera sciistica o di pattinaggio quando si rischia di vincere una medaglia poi il resto dello sport lo conoscono solo per sentito dire. Peccato, perché si perde molto. In realtà ci farebbe piacere che i canali Rai più visti trasmettessero anche nelle ore diurne queste manifestazioni (è prevista la copertura Rai di giorno su Rai Sport e notturna su Rai 2), magari una volta tanto spostando alla notte i giochi a premi che sinceramente hanno un valore sociale ben diverso. Ci piacerebbe. E gli atleti e i loro tifosi se lo meritano.