Se n’è andato a 71 anni Emiliano Mondonico, un grande del calcio italiano, sconfitto dal tumore. Ci ha lasciato un personaggio vero, amato dalla gente, dal suoi esordi come giocatore alle glorie raggiunte come allenatore, e poi dopo il ritiro, come volto noto della tv sportiva. Tante le sue imprese realizzate in carriera, specialmente con i colori del Torino e dell’Atalanta, come pure quelli della Fiorentina, sua squadra del cuore, riportata alla gloria della Serie A al termine della. stagione 2003-2004. Ci lascia un uomo fuori dagli schemi, dall’immensa competenza e dalla grande umanità. Per parlare della scomparsa di Emiliano Mondonico abbiamo sentito l’ex giocatore del Torino Pasquale Bruno: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.



 Ci ha lasciato Emiliano Mondonico, una grande perdita per il calcio italiano e per tutto lo sport.  E’ così, era una persona stupenda, una grandissima perdita per il calcio ma anche per tutto lo sport italiano.

Ha combattuto il tumore con grande coraggio. Sì e l’ha fatto con la consueta grinta, quella che ha avuto sempre in campo. Ha sempre lottato fino in fondo con grande coraggio. Proprio un vero esempio per tutti!



Qual era la sua forza di allenatore? Sapeva parlare ai giocatori nel modo ideale, porsi in modo speciale. Quasi un padre, uno che non metteva nessun muro con i giocatori, sapeva comunicare, trattarli nel modo più giusto.

Dopo una buona carriera da giocatore, Mondonico ha raggiunto la fame come allenatore. Cosa ha portato secondo lei Emiliano a questa grande trasformazione? Proprio perchè Mondonico ha saputo gestire lo spogliatoio sempre bene in tutte le squadre che ha allenato. Questo è stato il suo merito principale a livello umano. Poi certo aveva anche una grande competenza tecnica.

Col Torino e l’Atalanta i suoi momenti più belli: come mai invece secondo lei non ha mai guidato una big? In quegli anni c’erano Trapattoni, Lippi, Sacchi, tecnici di grande livello, non era facile confrontarsi con loro. Può essere stato anche questo il vero motivo per cui Mondonico non ha allenato una big.



Proprio col Torino il suo momento più bello, la vittoria di Coppa Uefa sfiorata con l’Ajax. Cosa ricorda di quella sera? Tanta tristezza dopo quella partita ad Amsterdam. I giocatori dell’Ajax che cantavano “We are the champions”. Noi che avevamo subito una sconfitta immeritata con tre pali colpiti durante l’incontro. Lo stesso Mondonico che si era arrabbiato durante il match per quella sfortuna che ci aveva perseguitato.

Cosa ricorda poi del suo rapporto col Mondo, cosa le ha insegnato?  Era un padre per me, me lo dicevano Casagrande, Martin Vazquez, Scifo, calciatori di grande personalità, grande valore tecnico. Lo era anche per loro.

Cosa vuol dire in particolare in questo momento? Dico solo che s’è n’è andato una grande persona, Emiliano Mondonico ci mancherà.

 

(Franco Vittadini)