Oggi l’Inter spegne 110 candeline: una storia importante fatta di tanti successi, tanti allenatori, tanti giocatori e vari presidenti vincenti che sono passati da questo grande club, la cui nascita risale appunto al 9 marzo 1908. Tanti saranno gli appuntamenti per festeggiare questa speciale ricorrenza prima della gara di domenica contro il Napoli; intanto ci sarà la cena di gala in cui verranno anche nominati i primi giocatori per entrare nella Hall of Fame nerazzurra. Poi, come si legge sul sito del club, “un imperdibile spettacolo sul campo, contorniato da una splendida coreografia sugli spalti a partire dalle 20:30”. Una grande festa come giusto che sia, in attesa di tornare a festeggiare quei successi che mancano da qualche anno. Per parlare dei 110 anni dell’Inter IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Gigi Simoni: ancora oggi uno degli allenatori più amati nella storia nerazzurra, a lui si deve la vittoria della Coppa Uefa 1998 al termine di una stagione caratterizzata anche dalle tante polemiche per quello scudetto vinto dalla Juventus, ma anche e soprattutto dall’esordio in Serie A di un Fenomeno, di soprannome e di fatto, chiamato Ronaldo.



9 marzo 1908, 110 anni di storia dell’Inter: cosa dire di questo momento così speciale per la storia nerazzurra? Una grande cosa per uno dei più grandi club del mondo che ha fatto la storia del calcio.

Qual è stato secondo lei il momento più bello della storia dell’Inter? Devo dire che io e Mancini abbiamo avuto l’onore di costruire un’Inter vincente e competitiva. Abbiamo fatto ottime cose, sono stati dei momenti belli per l’Inter.



Meglio l’Inter di Herrera o quella di Mourinho? Non si possono paragonare grandi squadre di epoche diverse, perchè il calcio è sempre completamente diverso; non è mai facile e soprattutto non ne vale la pena.

Quali sono stati i giocatori che hanno rappresentato meglio la formazione nerazzurra? Sono stati tanti: da Ronaldo a Mazzola, da Bergomi a Zanetti. Io ho avuto proprio la fortuna di allenare Ronaldo, il Fenomeno. Era un giocatore straordinario ma nel reparto offensivo nerazzurro c’erano anche altri calciatori molto forti, come Zamorano e Djorkjaeff.

Quanto è stato importante la famiglia Moratti nella storia dell’Inter? E’ stata una famiglia importante per l’Inter, una famiglia che ha dato tanto a questa società. Tanti successi e una serietà sempre eccezionale, un amore l’Inter vissuto sempre alla grande.



Cosa pensa della nuova proprietà cinese, soprattutto riguardo il futuro? Quali sono i pregi di Suning e cosa va migliorato in società? Purtroppo non lo so: bisognerebbe essere all’interno della società per sapere davero in che modo potrebbe evolvere la situazione.

Come vede invece l’Inter in questo campionato? Credo che possa giocarsi la qualificazione alla Champions League con le altre squadre che sono in testa al campionato.

Cosa vuol dire essere tifoso interista? Vuol dire essere innamorato di questa squadra, avere un sentimento speciale verso un grande club chiamato Inter.

Qual è il suo ricordo più bello all’Inter? Sicuramente la vittoria in Coppa Uefa sicuramente è la cosa più bella.

E il giocatore che è più contento di avere allenato? Ovviamente Ronaldo: lui era veramente Il Fenomeno, un giocatore capace di qualsiasi cosa nel calcio.

Qualche rimpianto, qualche rammarico nella sua stagione di allenatore all’Inter? Magari di non aver vinto lo scudetto che avremmo meritato, ma non voglio più entrare in questo tipo di polemiche.

Cosa resta del rapporto tra Gigi Simoni e l’Inter? La mia stagione più bella di allenatore, una squadra di cui sono ancora innamorato. La gente che mi ferma per strada per farmi ancora i complimenti a anni di distanza per quello che ho fatto; ho scritto un libro. “Simoni si nasce”, che penso rappresenti bene quello che ho fatto nel mondo del calcio. Anche all’Inter, una squadra che non dimenticherò mai…

(Franco Vittadini)