Dal 1994 a oggi la Formula 1 ha saputo andare avanti senza il suo campione più rappresentativo: Ayrton Senna è stato sicuramente un’icona vivente di questo sport e la sua scomparsa ha segnato profondamente un’epoca in cui il pilota cominciava ad avere sempre meno importanza rispetto al mezzo meccanico. L’eredità di Senna è stata raccolta da Michael Schumacher, capace di vincere ben 7 titoli mondiali, 5 di questi al volante della Ferrari tra il 2000 e il 2004. Il tedesco di Kerpen ha stracciato ogni sorta di record, compreso quello relativo al numero di pole position appartenente proprio a Senna che ne aveva realizzate 65, e che oggi appartiene a Lewis Hamilton che si trova a quota 73 e che ha ancora tutto il tempo per migliorarsi ulteriormente. Dall’inizio dell’era ibrida (2014) a oggi il britannico ha conquistato 3 titoli iridati, oltre a quello del 2008 al volante della McLaren. Sebastian Vettel ha dominato dal 2010 al 2013 con la Red Bull, quando erano in vigore i motori aspirati V8 poi pensionati dall’ultima rivoluzione tecnica. Fernando Alonso è stato un altro grande protagonista del post-Senna, con due iridi tra il 2005 e il 2006 con la Renault e il mondiale solamente sfiorato con la Ferrari nel 2010 e 2012. Senza dimenticarci di Damon Hill (1996), Jacques Villeneuve (1997), Mika Hakkinen (1998, 1999), Kimi Raikkonen (2007), Jenson Button (2009) e Nico Rosberg (2016) che hanno scritto il loro nome tra i grandi del motorsport. (agg. di Stefano Belli) 



24 ANNI SENZA AYRTON SENNA

Il 1 maggio 1994 è una data che resterà indelebile nella storia della Formula 1: in quel giorno ci lasciava per sempre Ayrton Senna, vittima di un terribile incidente sul circuito di Imola. Mentre si trovava al comando del Gran Premio di San Marino, già segnato dal brutto incidente di Rubens Barrichello nelle prove libere del venerdì e soprattutto dalla tragica scomparsa di Roland Ratzenberger nelle qualifiche del giorno precedenti, Senna perse il controllo della sua Williams (probabilmente per la rottura del piantone dello sterzo, modificato per consentire al pilota carioca di stare più comodo all’interno dell’abitacolo) andando a schiantarsi alla curva del Tamburello. Nell’impatto, Senna venne trafitto dal puntone della sospensione anteriore destra che gli sfondò la regione temporale destra e gli provocò un gravissimo trauma cranico che non gli lasciò scampo. La morte di Senna lasciò nella disperazione più profonda un intero Paese, oltre che i suoi tifosi e gli appassionati del motorsport.



DAL 1994 A OGGI UN SOLO INCIDENTE MORTALE IN FORMULA 1

Se non altro, il sacrificio di Senna contribuì ad elevare enormemente gli standard di sicurezza in Formula 1, dopo il drammatico weekend di Imola (dove oltre alle morti di Senna e Ratzenberger e all’incidente di Barrichello, alcuni meccanici di Ferrari e Lotus furono feriti da una gomma impazzito che volò via dalla Minardi di Michele Alboreto, per non parlare di alcuni spettatori colpiti dai detriti provenienti dalla Benetton di Lehto e dalla Lotus di Lamy, coinvolti in un bruttissimo incidente al via) la FIA adottò il pugno di ferro e apportò numerose modifiche alle macchine di Formula 1 che erano ormai diventate delle trappole micidiali per chi le guidava. Tant’è vero che dal 1994 a oggi si è registrato un solo incidente fatale, quello di Jules Bianchi nel Gran Premio del Giappone del 2014, quando il francese al volante della Marussia finì sotto una gru e perse la vita dopo 9 mesi di coma irreversibile. Dopo la tragedia di Suzuka si è studiato un sistema per garantire ai piloti una protezione adeguata per la testa, giungendo all’HALO introdotto quest’anno. 



LE 6 VITTORIE DI MONTECARLO E IL MANCATO DUELLO CON SCHUMACHER

Ayrton Senna ha indubbiamente lasciato un vuoto incolmabile, il suo ricordo resta ancora vivissimo tra chi ha avuto la fortuna e il piacere di ammirarlo in pista: il pilota brasiliano, tuttora, detiene il record di vittorie sul Principato di Monaco, ben 6 tra il 1987 e il 1993. Memorabile quella del 1992, quando Senna al volante di una McLaren-Honda in declino riuscì a tenere dietro Nigel Mansell che guidava una Williams-Renault all’epoca imbattibile. Nel 1994 Senna approdò alla corte di Sir Frank nel tentativo di vincere il suo quarto mondiale, ma dovette fare i conti con un certo Michael Schumacher che gli diede parecchio filo da torcere nelle due prime gare stagionali, purtroppo la tragedia di Imola ci ha privato di un duello epico che avrebbe messo a confronto due generazioni di campionissimi. E soprattutto ha privato Senna della possibilità di guidare la Ferrari, visto che il brasiliano desiderava chiudere la carriera alla corte di Maranello. Purtroppo il destino ha deciso decisamente.