Dovrebbe essere Roberto Mancini il prossimo allenatore della Nazionale: dopo il no di Carlo Ancelotti e il rifiuto di altri tecnici di prima scelta, come Antonio Conte, la federazione ha ormai deciso per il tecnico jesino. Mancini aveva sempre manifestato il suo gradimento per la panchina azzurra. La cosa sembra ormai fatta e lo stesso Mancini sarebbe pronto a ridursi l’ingaggio che prendeva alla squadra russa dello Zenit San Pietroburgo; unico problema potrebbe essere la stessa società cui è legato fino alla metà del mese di maggio. Le cose però dovrebbero sistemarsi e si attende l’annuncio ufficiale; inevitabile che adesso si aprano tante domande, a cominciare dai potenziali convocati da Mancini e come potrebbe rinascere la nostra Nazionale, che intanto per la prima volta dopo 60 anni non giocherà la fase finale dei Mondiali. Domande che IlSussidiario.net ha posto a Massimo Brambati, che ha risposto in esclusiva dandoci il suo parere.



Roberto Mancini-Nazionale, ormai è tutto fatto? Direi di sì, credo che ormai le cose siano fatte: l’accordo con la Federcalcio è stato preso e sarà lui il prossimo CT della Nazionale.

Non sarà dunque un problema il veto dello Zenit? No, quando le parti sono d’accordo – parlo di Mancini e dell’Italia – le cose alla fine si risolvono.



Non ci saranno candidati dell’ultima ora a mischiare le carte in tavola? Non dopo che Ancelotti e Conte hanno rifiutato. L’ingaggio sarebbe dovuto essere di 12 milioni netti: troppi per le casse della federazione. Va precisato comunque che non hanno detto no per il lato economico, piuttosto per le perplessità sul progetto e sul futuro della nostra nazionale.

In che senso? Perchè non c’è chiarezza, regna la confusione ed è una situazione che risale a prima di Calciopoli, a prima della vittoria del Mondiale nel 2006. Già allora non si è mai puntato sui giocatori italiani e sui vivai nei nostri campionati; è cresciuto il ruolo dei procuratori, i giovani non vengono più lanciati, e anche dopo aver sfiorato la vittoria degli Europei nel 2012 le cose non sono cambiate.



Una situazione complicata insomma… Sì, perchè nel campionato italiano ci sono solo due squadre che stanno puntando realmente sui giovani: Milan e Atalanta. Le altre, comprese le più forti, puntano sugli stranieri: nel Napoli c’è solo Insigne, la Juventus ha elementi di valore come Buffon, Barzagli e Chiellini ma stiamo parlando di calciatori alla fine della carriera.

Insomma: la parola d’ordine è difficoltà… Lo avevamo già visto contro la Svezia, nel playoff per i Mondiali: in due partite non siamo riusciti a segnare un misero gol. Il problema sta nei giocatori, nella loro qualità: anche Mancini si troverà in questa difficoltà iniziale.

Tuttavia potrebbe tornare Balotelli dopo quattro anni: cosa ne pensa? Io dico solo una cosa: Balotelli può anche fare gol bellissimi, come quello recente contro il Marsiglia. Prima di tutto però, per diventare un grande attaccante e un giocatore completo, deve maturare come uomo, cosa che non è ancora riuscito a fare!

Parlando di Mancini, pensa sia il nome giusto per ripartire? Mancini farà quello che può, ma prima di tutto deve cambiare la struttura del calcio: per esempio, non abbiamo ancora un presidente federale. Sono stati scelti Costacurta e Corradi, sono delle persone serie sotto il profilo umano ma credo che prima di fare un certo lavoro manageriale bisognerebbe fare un po’ di gavetta. La situazione del calcio in Italia sembra andare di pari passo con quella politica…

Quale potrebbe essere la soluzione, almeno in parte? Quello che ha fatto la Germania, che è partita nel 2000 con le accademie calcistiche e la supervisione ideale di Joachim Loew. Ha perso il Mondiale del 2006 in casa, ma non si è fermata: ha proseguito a investire sui vivai fino a raggiungere i risultati di oggi. Ecco, questo si dovrebbe fare.

Si potrà puntare subito a un grande Europeo o il vero obiettivo saranno i Mondiali in Qatar? L’Italia non può permettersi di non guardare a un obiettivo importante come gli Europei: innanzitutto quelli, i Mondiali verranno dopo.

Su chi pensa che punterà Mancini per le sue prime convocazioni? Penso a una squadra come l’Atalanta, e in generale a realtà non di primissima fascia: del resto come detto prima le big del nostro calcio non stanno puntando molto sugli stranieri…

(Franco Vittadini)