Per un campione di gare di moto, morire in bicicletta investito da un’auto è un’incredibile circostanza. Un’innocua bicicletta, quando tutte le settimane la morte la sfidi correndo a centinaia di chilometri orari. Il 22 maggio di un anno fa, i familiari, dopo cinque giorni di battaglie e speranza, fecero staccare le macchine che tenevano in vita Nicky Hayden, all’ospedale Bufalini di Cesena. Il campione americano era stato investito da un’auto mentre si allenava in bicicletta sulle strade romagnole: danni cerebrali irreversibili causati dall’impatto sull’asfalto, era stata la diagnosi. L’uomo che si trovava alla guida della vettura, un 30enne di Morciano, è stato rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica con l’accusa di omicidio. Ma quanto meno si tratta di concorso di responsabilità nell’incidente. ..



IL RICORDO DEL MONDO DELLA MOTOGP

Hayden infatti sbucò da via Ca’ Fabbri senza aver rispettato lo stop, come ha certificato lincaricato della procura e perito industriale Orlando Omicini (ex agente della Polizia Stradale esperto nella ricostruzione di incidenti). A quel punto la macchina, che procedeva a 70 chilometri all’ora invece che a 50 lo centrò in pieno. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 13 giugno e servirà ad accertare le responsabilità del tragico impatto. Ma oggi è solo il momento del ricordo, da parte di amici e colleghi. ” già passato un anno e non ci credo, mi manchi amico” ha scritto su twitter Casey Stoner pubblicando una foto dei due che sfrecciano sfidandosi su una pista. Anche la Honda, con cui Hayden vinse il mondiale Moto GP del 2006, lo ha ricordato: ” già passato un anno e sembra irreale. Ci manchi, compagno”. Stessa cosa ha fatto la Ducati, mentre Marc Màrquez ha pubblicato una bella foto die due sorridenti insieme con le parole: “Un anno senza di te, sempre con noi”.

 

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