Prima tappa del giro d’Italia ricca di emozioni, e primo commento per Fabio Aru, tra gli italiani favoriti per vestire la maglia rosa in quello che sarà l’appuntamento più importante, ovvero l’ultima tappa di Roma. Aru in questa cronometro si è ritrovato a 50” da Dumoulin, ma a fine tappa si è dimostrato fiducioso nelle sue possibilità, ben sapendo che le tappe a cronometro non sono il suo forte. Tanto che Aru ha affermato: “Ci sono altri 20 giorni per scalare la classifica”, sottolineando come il cronoprologo di Gerusalemme sia servito per scalarsi, ma debba comunque essere solo un primo passo in un Giro appena iniziato che promette scintille. Anche se, oggettivamente, l’aver già individuato nella crono il punto debole del ciclista sardo, può rappresentare un handicap non indifferente in una corsa in cui le tappe contro il tempo reciteranno come sempre un ruolo fondamentale. (agg. di Fabio Belli)



LA MAGLIA ROSA: “GIORNATA PERFETTA”

Al termine del crono-prologo di questoggi a Gerusalemme che ha inaugurato il Giro dItalia 2018, è un Tom Dumoulin raggiante quello che si presenta ai microfoni dei giornalisti: lolandese, campione del mondo in carica e vincitore anche delledizione 2017 della corsa a tappe, è tornato a indossare la maglia rosa mettendo tutti in fila nella prova a cronometro e per questo motivo non ha esitato a parlare di giornata perfetta avendo inoltre inflitto distacchi non certo banali ad alcuni dei suoi principali competitors. Mi sento bene, è stata la giornata perfetta dato che era una crono in cui bisognava prendere fiato e spingere ha detto il ciclista orange a proposito del tracciato cittadino in terra israeliana. Sono contento di vestire ancora questa maglia ma da adesso ci saranno tre settimane di battaglia e dovremo vivere alla giornata ha detto Dumoulin, spiegando che, pur vestendo due delle maglie più prestigiose del ciclismo (quella iridata mondiale e quella del Giro, NdR) non sa bene come vivrà la giornata di domani: Non abbiamo pianificato nulla, per ora penso solo a questo giorno speciale per me e per la mia squadra, ma il Giro è appena iniziato ha concluso, senza fare accenno ai comunque importanti distacchi inflitti ad alcuni dei big presenti a questa 101esima corsa rosa. (agg. R. G. Flore)



DUMOULIN DOMINA LA CRONO DI GERUSALEMME

Giro dItalia 2018, Tom Dumoulin vince la crono di Gerusalemme: è il ciclista olandese la prima maglia rosa della celebre corsa a tappe. Vincitore delledizione 2017, Dumoulin ha preceduto di due secondi Rohan Dennis (Bmc) e Victor Campenaerts (Lotto Fix All) nella prova cronometro di 9.7 chilometri. Una ottima prova quella del corridore ventisettenne, che ha approfittato inoltre della pessima prova di Chris Froome e dellitaliano Fabio Aru. Il britannico, caduto nel corso della ricognizione mattutina, si è classificato al 21esimo posto a 37, mentre il venottenne sardo addirittura 47esimo a 55. Buone notizie per lItalia da Domenico Pozzovivo, piazzatosi al 10imo posto a 27 da Dumoulin: il migliore degli italiani ha ottenuto lo stesso tempo del quattro volte iridato a crono Tony Martin. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ONG CONTESTANO LA PARTENZA

Le Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente tuonano contro la partenza del Giro d’Italia a Gerusalemme, come si legge in un comunicato rilasciato da una piattaforma che riunisce 40 organizzazioni non governative: La scelta di far partire il Giro dItalia da Gerusalemme, avendo peraltro rimosso loriginaria dicitura Gerusalemme Ovest è inopportuna perché sembra voler avallare la pretesa israeliana che la città sia la capitale unica e indivisibile dello stato di Israele e di conseguenza lillegale annessione di Gerusalemme Est allo stato di Israele, in violazione del diritto internazionale e di molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite. Tale scelta rischia di alimentare tensioni perché il Giro dItalia comincia in un momento assai difficile della storia palestinese, quando, dal 30 marzo ad oggi, luso sproporzionato della forza da parte dellesercito israeliano nella Striscia di Gaza ha causato luccisione di almeno 44 civili palestinesi

ARU: “SONO QUI PER VINCERE”

Giro dItalia 2018, è tutto pronto: domani a Gerusalemme il via della 101esima edizione della celebre corsa a tappe del ciclismo. Sono tre i ciclisti favoriti: il nostro Fabio Aru, il britannico Chris Froom e lolandese Tom Dumoulin. La prima tappa è molto suggestiva, una cronometro individuale per le strade di Gerusalemme per un totale di 9.7 chilometri. Aru è pronto a prendersi una rivincita con la sfortuna, che lo scorso anno gli impedì di partecipare al Giro d’Italia a causa di un infortunio. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il ciclista sardo ha commentato così a poche ore dal via: “Avevo tanta voglia di tornare a questa corsa. E so di dover fare un salto in avanti nella mia carriera. Quindi non mi nascondo: sono qui per vincere e non voglio accontentarmi. Semmai divertirmi”. Poi un commento sul collega-rivale Chris Froome: “Al Tour of the Alps è apparso un po indietro di condizione rispetto a Pinot, Pozzovivo e Lopez ma sappiamo tutti cosa sa fare Froome, penso che lui e Dumoulin siano un gradino sopra gli altri”.

DOPING, SCONTRO FROOME-DUMOULIN

Tutti facciamo il tifo per il ventottenne Aru, ma il favorito numero uno secondo gli esperti è Chris Froome, alla ricerca del Triplete dopo aver vinto il Tour de France e la Vuelta. Negli ultimi tempi però lombra del doping ne ha macchiato limmagine, con numerose accuse nei suoi confronti. Intervenuto in conferenza stampa nellantivigilia, Froome ha commentato così: In effetti non mi era mai capitato di presentarmi a una grande corsa a tappe in una situazione così. Sono sicuro di non avere fatto niente di sbagliato. Il procedimento dell’Uci a carico mio doveva rimanere confidenziale, nell’attesa di ulteriori indagini conoscitive. Tutto, invece, è diventato pubblico: una situazione davvero tanto fastidiosa. Io, comunque, sono qui per lottare e vincere, riporta Repubblica. E il rivale Tom Dumoulin è partito all’attacco duramente sulla sua presenza: ” una sua decisione essere qui, l’ho già detto – la mia squadra fa parte del MPCC (Movimento per un ciclismo credibile) – e se fossi nella sua stessa situazione, non sarei qui. una sua decisione e non spetta a me avere un’opinione in proposito”, sottolinea Repubblica.