Non ci sarebbe alcun Federer senza i Berrettini e i Fabbiano: così lo scorso aprile Matteo Berrettini commentava la parabola discendente dellepoca dei Fab Four, mostrando grande personalità e volendo intendere che giocatori di livello inferiore permettono ai big di brillare. Oggi questo carattere, il tennista romano di 22 anni lo ha mostrato sul campo numero 6 del Roland Garros, battendo in due ore e 45 Ernests Gulbis (risultato 6-2 3-6 6-4 6-3) e volando al terzo turno dello Slam in precedenza aveva superato Oscar Otte. Inutile dire che per Matteo si tratti del miglior risultato mai ottenuto in un Major: questanno già per la seconda volta è arrivato in un main draw di questa categoria, agli Australian Open quando aveva perso contro Adrian Mannarino con triplo 4-6. La carriera di Berrettini, almeno quella recente, passa da tanti episodi che sembrano appartenere a segni del destino: lanno scorso aveva ottenuto una wild card per gli Internazionali dItalia e aveva fatto lesordio nel circuito Atp di fronte al pubblico della sua città (aveva perso subito contro Fabio Fognini), mentre a Melbourne era stato eliminato nelle qualificazioni, venendo però ripescato come lucky loser. Non basta? Nel tabellone principale del Roland Garros, Matteo ci è entrato direttamente per il forfait dellidolo di casa Jo-Wilfried Tsonga: in caso contrario, avrebbe dovuto giocare tre match in più per arrivarci.
LA CARRIERA DI BERRETTINI
Matteo Berrettini è professionista da circa quattro anni; si è affermato sotto la guida dellex tennista Vincenzo Santopadre (entrato nella Top 100 del ranking) e nella sua carriera ha vinto quattro trofei ITF (due Challenger e due Futures). Ha già avuto i suoi problemi fisici: nel 2016, quando aveva 20 anni, ha dovuto rimanere circa otto mesi lontano dai campi a causa di un problema al ginocchio sinistro che lo ha fatto penare parecchio. Questanno ha raggiunto gli ottavi di Doha (battendo anche Viktor Troicki) e di Budapest, il torneo che ha incoronato Marco Cecchinato con cui ha condiviso a Parigi la prima vittoria in uno Slam; tornato agli Internazionali dItalia, ha incantato il Foro Italico dominando contro Frances Tiafoe e, almeno nel primo set, ha messo paura ad Alexander Zverev (campione in carica e arrivato ancora in finale) arrivando davvero vicino a prendersi il vantaggio. Anche il fratello Jacopo, che ha due anni in meno, è un tennista; lui però non è ancora arrivato a questi livelli e infatti è appena dentro i primi 1000 al mondo. Avrà tempo per raggiungere Matteo, che adesso sogna in grande: nel terzo turno del Roland Garros 2018 lo attende uno tra Dominic Thiem e Stefanos Tsitsipas, per continuare a sognare anche se sarà difficile.