Roberto Mancini si prepara a diventare il nuovo CT della Nazionale: prenderà il posto di Giampiero Ventura se vogliamo considerare le due partite allenate da Gigi Di Biagio un semplice intermezzo. Mancini lascia lo Zenit San Pietroburgo e, in attesa dellufficializzazione dellaffare, si fanno già speculazioni su quella che sarà la sua Italia: in precedenza dicevamo del ritorno di Mario Balotelli, che con lui è sbocciato nellInter per poi vincere – da protagonista – la Premier League con il Manchester City. Il modulo, almeno stando alle indiscrezioni rivelate da Sportmediaset, sarà il 4-2-3-1: interessante e se vogliamo paradossale il fatto che la prima Italia di Mancini, che per due volte ha allenato lInter, potrebbe contare sul blocco di giocatori del Milan perchè Gigio Donnarumma, Leonardo Bonucci, Alessio Romagnoli e magari anche il ritrovato Andrea Conti e Giacomo Bonaventura faranno parte del gruppo. Il modulo? Il 4-2-3-1, utilizzato spesso e volentieri dal Mancio: possiamo ipotizzare unideale formazione con Donnarumma tra i pali, Conti (quando pronto) e Spinazzola o Darmian sulle corsie, Bonucci e Chiellini in mezzo alla difesa mentre in mediana potrebbero esserci Lorenzo Pellegrini e De Rossi, Federico Chiesa e Lorenzo Insigne esterni sulla trequarti con Bernardeschi alle spalle di Immobile o Belotti. Naturalmente è una bozza e abbiamo lasciato fuori tanti nomi: quelli di Chiellini e De Rossi ci sono perchè Mancini potrebbe convincerli a un ultimo giro di giostra. (agg. di Claudio Franceschini)
LA STORIA DI MANCINI IN NAZIONALE
Chissà se Roberto Mancini troverà da Commissario Tecnico quello che non è riuscito a trovare da calciatore: parliamo di un rapporto con la Nazionale italiana che non è mai stato scintillante, nonostante lo jesino sia stato uno dei giocatori tecnicamente più dotati nel periodo in cui è stato in campo. Pure, da quel maggio 1984 in cui ha fatto il suo esordio (voluto da Enzo Bearzot) quando era ancora un talento dellUnder 21, le sue presenze sono state appena 36: Azeglio Vicini per esempio ne aveva fatto il punto focale degli Europei 1988 (gol allesordio contro la Germania Ovest) ma al Mondiale casalingo pur portandolo tra i convocati non lo aveva mai fatto giocare. Con lavvento di Arrigo Sacchi, le cose si erano ulteriormente complicato: poco adatto al rigido 4-4-2 del tecnico e ai movimenti richiesti dal romagnolo, Mancini era stabilmente uscito dal giro tanto da non essere convocato per i Mondiali degli Stati Uniti, chiudendo nel 1994 (a soli 30 anni) la sua esperienza in azzurro. Oggi si dice che il primo giocatore che tornerà a vestire la maglia della Nazionale con Mancini CT sarà Mario Balotelli, che lo jesino ha lanciato e fatto crescere nellInter portandolo in prima squadra e rendendolo quasi un titolare: una storia simile se vogliamo, e magari ci sarà il lieto fine per entrambi. (agg. di Claudio Franceschini)
MANCINI-ITALIA, ORMAI E’ FATTA
Roberto Mancini e l’Italia: una storia destinata ad avere un lieto fine. Sarà proprio l’ex allenatore dell’Inter il prossimo ct della Nazionale. Come riportato da La Gazzetta dello Sport questa mattina in edicola, il Mancio e la FIGC hanno trovato l’accordo su tutto: tra le parti non c’è più alcuna questione da risolvere. Mancini ha accettato di tagliarsi lo stipendio per approdare a Coverciano e firmerà un contratto biennale da circa due milioni di euro netti l’anno. Non si è ancora parlato dello staff tecnico, rispetto al quale Mancini dovrebbe avere in ogni caso carta bianca. Prima di dare l’ufficialità dell’accordo, però, manca un dettaglio non banale: il via libera dello Zenit San Pietroburgo. Bisogna ricordare che Mancini è ancora contrattualmente legato ai russi, che in queste ultime ore non stanno nascondendo la loro irritazione…
LA POSIZIONE DELLO ZENIT
Se la Federcalcio per il momento non ha annunciato ufficialmente l’intesa con Roberto Mancini è proprio per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli anche dal punto di vista legale. L’intenzione del Mancio è quella di liberarsi dallo Zenit il giorno dopo la fine del campionato russo, il 14 maggio, rassegnando le proprie dimissioni. Da San Pietroburgo, però, aleggia una certa irritazione per la fuga di Mancini, ancora di più se si considera che allo stato attuale lo Zenit è fuori dalla zona Champions e per questo motivo dovrà rinunciare a circa 30 milioni di euro di introiti. Nel contratto tra Mancini e lo Zenit, inoltre, non è presente alcuna clausola di rescissione, motivo per cui il ct azzurro in pectore rischia di ritrovarsi prigioniero a San Pietroburgo. Vi sono dunque due ipotesi: la prima è che la FIGC si faccia mediatrice con lo Zenit e corrisponda al club russo una sorta di compensazione extracontrattuale per avergli di fatto “rubato” l’allenatore. La seconda, che è quella che a Coverciano vogliono scongiurare, è che lo Zenit impugni le eventuali dimissioni di Mancini rivolgendosi alla FIFA per la rottura del contratto “senza giusta causa”, con l’aggiunta possibile di una richiesta danni.