Carissimi Di Francesco e Monchi, carissimo Presidente Pallotta,

Nainggolan no, non si deve vendere. Non si può vendere. Risparmiateci almeno questa sofferenza, lasciate un po di favola a questo mondo del calcio, non contribuite alla sua definitiva rovina. E questo vale ancor di più per il mondo-Roma, noi che amiamo più di tutti la nostra squadra senza mai pretendere vittorie a ogni costo.



LInter o la Cina non fanno alcuna differenza. Il Ninja più di ogni altro calciatore è quello che meglio rappresenta oggi lo spirito romanista. realmente il nostro gladiatore. Ho cresciuto a Brescia dei figli tutti giallorossi e in questi giorni hanno ricominciato a soffrire come quando erano bambini per ogni sconfitta o, come già grandi, hanno pianto per il ritiro del nostro Capitano. Abbiamo la casa piena di oggetti e bandiere della Roma e tante statuine di Nainggolan: vi prego non fate che diventino un cimelio di un passato da rimpiangere. Allassemblea Consob, a cui ho partecipato ieri a Milano, eravamo in tanti della Roma, in molti ci conosciamo: al termine dei lavori la comune preoccupazione era per la sorte del nostro Nainggolan. Non ho trovato un solo romanista che giustificasse una sua cessione.



Nainggolan ci piace anche per la sua vita fuori dal campo di gioco: perché è una persona vera, non è ipocrita, non è affetto da questa dura malattia profondamente presente, ahimè, anche nel mondo del calcio.

Caro Di Francesco, chi scrive è un abruzzese come te: hai allenato anche il mio Lanciano, non sai la gioia che ho provato quando ho saputo del tuo ritorno a Roma. Mi piace sempre dire che noi abruzzesi abbiamo ancora un cuore: fallo battere in questo momento, fa che si palesi con tutta la sua forza.

Non facciamo lo stadio, non vinciamo nulla, ma Nainggolan teniamocelo stretto così che possiamo rimanere i romanisti di sempre. Forza Roma con Ninja.



Graziano Tarantini